


È guerra fra Regione Toscana e comune di Montopoli. Al centro del contendere i rifiuti, più precisamente quelli abbandonati all’interno delle opere idrauliche di via Vaghera, lungo l’Arno. Rifiuti per i quali il Comune, lo scorso gennaio, aveva ordinato la rimozione “entro e non oltre 60 giorni” alla stessa Regione Toscana, ente competente per la gestione e la manutenzione dei corsi d’acqua principali, minacciando anche di sanzionare l’ente regionale con una multa per abbandono di rifiuti. Per tutta risposta, la Regione ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale, costringendo Montopoli a difendersi per sostenere la validità di quanto richiesto.
È l’ultima pagina, sicuramente singolare, sul problema del continuo abbandono di rifiuti nell’area di via Vaghera, lungo le sponde del fiume Arno. Dopo anni di incuria, infatti, la pulizia degli argini effettuata tra 2015 e 2016 aveva portato alla luce la mole di rifiuti abbandonati anche all’interno delle opere idrauliche: canali di scolo e cataratte invase da un’immondizia di ogni tipo. Da qui la richiesta del comune di Montopoli alla Regione e agli uffici del Genio Civile, ai quali – da quanto si evince – l’amministrazione ha chiesto più volte di provvedere alla loro pulizia. Nel corso del 2016, però, la direzione Difesa del suolo della Regione e il Genio civile avevano fatto sapere che nel mantenimento e nell’efficienza delle opere idrauliche non rientrerebbe la rimozione e lo smaltimento di rifiuti abbandonati, sostenendo che questi non rappresenterebbero un ostacolo al regolare deflusso delle portate di piena, e in sostanza relegando la presenza dei rifiuti ad un problema “esclusivamente di decoro urbano” e come tale escluso dalla competenza regionale.
Una risposta che, a quanto pare, non deve essere per niente piaciuta agli uffici urbanistica e ambiente del comune, dove il dirigente Fausto Condello, lo scorso 16 gennaio, ha firmato una determina “di fuoco” per richiamare la Regione e la Provincia alle proprie responsabilità. Un determina che “stigmatizza – si legge – le affermazioni della Regione”, sostenendo che i rifiuti, “oltre a costituire palese inquinamento di area fluviale”, possono anche essere un “ostacolo al buon funzionamento delle opere idrauliche complementari quali cateratte, valvole a caplet e paratoie”. Sotto accusa anche la Provincia di Pisa, ente competente fino al 1 gennaio 2916, per non aver attuato una “costante vigilanza”.
Pertanto, il dirigente “determina e ordina – si legge nel documento di gennaio – la completa e totale rimozione dei rifiuti abbandonati”, tirando in ballo uno per uno il presidente della provincia Marco Filippeschi, il consigliere provinciale delegato all’ambiente Simone Millozzi, l’assessore regionale Federica Fratoni e il dirigente del Genio civile Valdarno inferiore e Costa Francesco Pistone, ai quali si “ingiunge di ottemperare, o di far ottemperare agli uffici competenti, alla rimozione, recupero o smaltimento dei rifiuti entro e non oltre 60 giorni”. In caso contrario, il comune minacciava anche l’applicazione della sanzione di 500 euro prevista per l’abbandono di rifiuti, e “fatte salve – aggiungeva la determina – eventuali ulteriori sanzioni e responsabilità accessorie in applicazione dell’articolo 650 del Codice penale, stante la gravità di quanto rilevato”.
Ovviamente, contro il provvedimento era anche possibile presentare ricorso al Tar entro 60 giorni. Detto fatto: la Regione ha ritenuto infondata l’ordinanza dirigenziale di Montopoli, rivolgendosi ai giudici amministrativi per chiederne l’annullamento. Il Comune, dopo la comunicazione ricevuta il 22 marzo, ha deciso di resistere in giudizio impegnando le relative risorse per le spese legali.