Operazione cicogna, Grossi: “Tutelare nido di Orentano”

9 aprile 2017 | 18:32
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Operazione cicogna, Grossi: “Tutelare nido di Orentano”

Scatta l’operazione cicogna da parte del comune di Castelfranco di Sotto. A intervenire, dopo che il Cuoio in diretta.it ha dato notizia della presenza stabile di un nido di cicogne a Orentano (qui Le cicogne scelgono Orentano, dopo il Padule spunta un nuovo nido) è l’assessore all’ambiente Federico Grossi che dice: “La presenza della cicogne a cavallo del comprensorio della Cerbaie e del padule di Bientina è un fatto molto importante da vari punti di vista. In primo luogo quello scientifico. Perché in provincia di Pisa e in Toscana si era quasi persa la presenza delle cicogne e il loro ritorno – si tratta del secondo nucleo che si stabilisce nelle Cercbaie uno è già presente sul lato fucecchiese – è sicuramente un indicatore ambientale positivo.

Significa quindi che l’ambiente sta lentamente migliorando e che questi animali hanno ricominciato a trovare cibo e poter nidificare nei nostri territori. Per questo, come assessore, posso già dire che noi faremo varie azioni a protezione di questa coppia di uccelli, affinché possano vivere tranquilli. La prima cosa che farò, già da domani o comunque dai prossimi giorni, sarà di chiedere a Enel di intervenire rapidamente per mettere in sicurezza dal punto di vista elettrico quel tratto di linee, infatti questa famiglia di cicogne ha nidificato su un traliccio della linea elettrica. L’obiettivo è evitare che le cicogne o i loro pulcini possano rimanere folgorati. So che Enel in passato ha già fatto questi interventi o isolando i fili o addirittura deviato per un piccolo tratto la linea elettrica. Poi sicuramente emetteremo un’ordinanza per limitare l’avvicinamento delle persone al nido delle cicogne e quindi impedire che possano essere disturbate dall’attività umana. L’obiettivo più in generale – continua Grossi – è quello di preservare il sito dove questi animali hanno nidificato.
Altra questione è quella scientifica. A questo punto è fondamentale ai fini ornitologici – continua Grossi – capire da dove arrivano le cicogne orentanesi. Per fare questo ho già attivato gli esperti naturalisti del consorzio forestale della Cerbaie e inoltre chiederemo consulenza anche ad altri esperti. Bisogna comprendere attraverso un’osservazione a distanza se si tratta di esemplari già censiti e quindi dotati di un piccolo anello alla caviglia o se sono nuove presenze. Questo è fondamentale infatti potrebbe trattarsi di animali cresciuti in cattività e quindi censiti o se sono cicogne selvatiche. Questo è un dato fondamentale anche per capire come comportarsi per preservare l’habitat circostante. Se le cicogne sono selvatiche infatti hanno mantenuto l’abitudine a migrare – spiega l’assessore di Castelfranco – altrimenti se sono nate in cattività non migrano e quindi svernano qui”. Infine Grossi aggiunge: “Altra cosa che dovremo fare secondo i modi già sperimentati dagli esperti in altri casi è quella di porre il nido su una piattaforma in modo da dare più stabilità alla strutture ed evitare che le intemperie lo possano danneggiare e quindi costringere le cicogne a spostarsi. Si tratta di un’operazione delicata, ma che in molti altri casi è stata fatta senza arrecare disturbo agli animali. Ultima cosa ma sicuramente interessante anche per la promozione del territorio, cercheremo di creare a buona distanza un punto di osservazione, magari anche attrabverso una telecamera del nido”.

La cicogna, storia abitudini e tradizioni
E’ un uccello dei ciconiformi, che annovera trampolieri aironi e altri, di grandi dimensioni che vive in zone pianeggianti e lacustri dove trova facilmente cibo tra rane, serpi, topi e altri animali aquatici di piccole dimensioni. La presenza a Orentano farebbe quindi pensare che il suo territorio di caccia sul padule del Bientina, recentemente si è scoperto che con gli altri uccelli simili, tra cui gli aironi condivide la passione alimentare per i gambero killer, il gambero rosso della Louisiana, specie aliena del padule e che purtroppo lo ha infestato andando in competizione con molti altri animali. Le cicogne selvatiche hanno mantenuto l’abitudine migratoria e quindi vanno a svernare in Africa, mentre quelle nate in cattività nella riserve sono stanziali e svernano in Italia. Si pensa infatti che per la cicogna la migrazione sia un comportamento che viene trasmesso dai genitori con una sorta di educazione in cui imparano la rotta. La cicogna è un’animale monogamo, ovvero un coppia sta insieme per tutta la vita. Come molte altre specie che a causa dell’antropizzazione e dell’attività dell’uomo si erano ridotte quasi fino a sparire dal nostro territorio, erano state allevate in cattività nelle riserve proprio per preservare più esemplari possibili e quindi mantenere alta la diversità genetica tra gli esemplari temendo di poter perdere le famiglie autoctone.
La cicogna nella tradizione
Nella storia, la cigogna ha avuto alterne fortune. Eusebio Giorlamo il Dalmata, poi conosciuto come San Girolamo, traduttore della Bibbia in latino, in tardo antico recupera la lettura del testo ebraico ritenendola un animale immondo e beffardo. Nel medioevo nei bestiari, per la sua propensione a essere antagonista naturale di serpi e serpenti di cui si ciba è ritenuta invece uno dei simboli della fede, visto che il serpente incarnava il demonio.
Animale dotato di grande eleganza, trova spazio anche nella pittura. I principali ritrattisti delle cicogne sono i pittori che raccontano la natura delle zone umide. In Italia tra i grandi pittori il primo a inserirla in un quadro forse è Giorgione pittore veneto infatti, che nella Tempesta la pone sopra un tetto, ma anche i pittori olandesi, altre terre basse e paludose spesso hanno inserito la cicogna come animale della loro campagna a cominciare da Brugel il giovane.
La tradizione che associa la cicogna alla nascita dei bambini sembra avere origini nordiche, dove l’uccello veniva assimilato a una delle forme della grande madre Terra nei miti barbarici. Non solo: alle volte nella tradizione nordica si è anche paragonata la sua attitudine a pescare dicendo che pescava i bambini nel fiume della vita e li portava alle partorienti.
Altra spiegazione forse meno complessa e antropologicamente più semplice, infatto che la cigogna spesso nidificasse sui camini, dal momento che in medioevo, ma ancora nel ‘700 le uniche case calde tutto il giorno erano quelle dove vi erano dei neonati ecco che nasce l’associazione con la nascita, visto che la cicogna sceglieva i camini caldi per fare il nido.

Gabriele Mori