
Tra le novità c’è prima di tutto l’istituzione della previdenza integrativa, unita ad un aumento di 85 euro che sarà versato in tre trances, insieme ad azioni mirate per dare valore al cosiddetto “codice etico” e all’impegno per tenere insieme ogni componente della filiera produttiva. Sono questi, secondo la Cgil di zona, i principali punti positivi della bozza di accordo, per il rinnovo del contratto nazionale della concia, sottoscritto mercoledì a Milano nella sede di Unic.
Un accordo che resterà in vigore fino al 31 ottobre del 2019, e che adesso dovrà essere portato e votato nelle assemblee dei lavoratori all’interno delle aziende. “Riteniamo che sia veramente un buon rinnovo – dicono Loris Mainardi e Fabio Carmignani della Filctem Cgil – perché oltre all’aspetto economico, dove ci sono novità positive, con il rinnovo non c’è nessun ‘controllo postumo’ come è avvenuto in altri comparti, e senza alcun cedimento dal punto di vista dei diritti”.
L’assenteismo
Un rinnovo che comunque non è stato semplice, restando a lungo incagliato sulla questione dell’assenteismo per malattia. “La richiesta era quella di rivedere i primi tre giorni di malattia che sono a carico dell’azienda – spiega Mainardi – in base ad una richiesta che arrivava soprattutto dagli imprenditori del distretto veneto. In realtà, i dati dimostrano che il nostro comparto ha dei livelli di assenteismo molto più bassi di altri: nel nostro distretto siamo solo al 2,4%”. Alla fine, quindi, la questione è stata accantonata. L’unica novità riguarda le assenze ingiustificate: i giorni oltre il quale può scattare il licenziamento per giusta causa scendono da 5 a 4.
Codice etico e filiera
“Il nuovo contratto – afferma ancora Mainardi – individua anche una serie di azioni per dare valore al codice etico, introducendo anche una base condivisa sul tema della responsabilità sociale dell’impresa. L’obiettivo è quello di utilizzare il contratto anche come strumento per tenere insieme tutta la filiera, perché già oggi è evidente la graduale scomparsa della scarnatrice: il rischio per il futuro è di ritrovarsi con poche grandi aziende che lavorano al top mentre tutto il resto sarebbe destinato a sparire”.
Previdenza integrativa
Dopo oltre vent’anni di trattative, poi, anche i lavoratori conciari (5500 addetti nel solo distretto toscano) avranno finalmente la propria previdenza integrativa, sfruttando un fondo pensione complementare già esistente: il lavoratore potrà versare 1,50 euro, obbligando in questo modo anche il datore di lavoro a versarne altrettanti.
Rinviata l’assistenza sanitaria
“Il vero neo di questo rinnovo – prosegue Mainardi – è non essere riusciti ad introdurre l’assistenza sanitaria, anche se c’è l’impegno formale a creare le basi per il prossimo contratto”.
Contrattazione di secondo livello
Tra gli elementi graditi ai sindacati, invece, c’è anche l’introduzione di un principio di continuità tra contrattazione nazionale e locale. “In poche parole – spiega Mainardi – chi applica il contratto nazionale deve applicare anche quello territoriale.
Congedi femminili e paternità
Altri elementi innovativi, poi, sono l’introduzione del congedo per le donne vittime di violenza, mentre il trattamento di paternità ottiene due giorni in più
L’aumento
Il nuovo contratto, come detto, introduce un aumento salariale di 85 euro che sarà pagato in tre tranche a partire dal primo novembre prossimo: la prima volta 35 euro, poi 30 euro il primo maggio 2018 e 20 euro esattamente un anno dopo. “La cosa positiva – sottolinea Mainardi – è che questo avviene senza nessun controllo ex-post e senza nessun una tantum come è avvenuto in altri contratti, che sono stati rinnovati prevedendo una successiva verifica sull’inflazione. L’aumento di 85 euro resta tale a prescindere, portando ad un montante di 1600 euro nel triennio”. (g.p.)