





E’ stata presentata stamani (5 aprile), all’interno di quella che fu un tempo la storica conceria dell’Orologio a Ponte a Egola, la nuova sede del Consorzio vera Pella italiana conciata al vegetale che ha preso il nome di “CasaConcia”. La realizzazione del progetto è cominciata più di due anni fa. E oggi viene presentata nei locali interamente rinnovati e ristrutturati a Ponte a Egola, pronta ad ospitare mostre, eventi, seminari formativi: in poche parole ad essere la “casa” di una tradizione tutta toscana: quella della concia al vegetale.
Un’occasione, dunque, per ribadire e recuperare l’importanza del Consorzio e delle 22 imprese che ne fanno parte, per il prodotto che ne esce e per la tradizione che portano avanti sul territorio, come ha sottolineato in un caloroso discorso il presidente Simone Remi.
“Siamo un gruppo di 22 concerie artigiane – ha ricordato – che si sono imposte l’obiettivo di diffondere la qualità di una tradizione tutta toscana. Perché abbiamo creato CasaConcia? Perché siamo stanchi. Siamo stanchi di essere accusati di nanismo industriale, stanchi di sentirci dire di investire in tecnologia come se già non lo facessimo, stanchi della ruffianeria verso le firme della moda che chiedono esigenze che sono incompatibili con le nostre peculiarità, stanchi di vedere i consumatori ingannati con prodotti denominati ‘ecologici’, stanchi di essere i soli a dire ai consumatori di consumare meno ma consumare meglio con prodotti di qualità”. “Allora occorre fermarci e pensare – ha proseguito Remi – per capire quando un prodotto può dirsi veramente di qualità. Secondo noi quando è in grado di raccontare o di trasmettere qualcosa: raccontare la storia e la cultura del territorio dove nasce. Noi siamo ancora qui e continueremo ad esserci solo se sapremo raccontare la storia di una pelle insieme alla storia del territorio che l’ha prodotta”.
Oltre alle iniziative legate alla pelle, quindi, CasaConcia ospiterà mostre di arte grafica, incontri col mondo della cultura o del vino: “Dialogheremo con chiunque parlerà del nostro territorio – ha aggiunto Remi -. Perché in una terra fortemente caratterizzata dall’arte la prima parola secondo noi spetta agli artigiani”.
Da alcune settimane, quindi, gli spazi di CasaConcia ospitano la mostra “Segnastorie” di Romano Masoni, che ha caratterizzato in questo modo l’inizio di questa nuova avventura, inaugurado con le proprie opere uno spazio espositivo che rappresenta un fatto inedito per Ponte a Egola.
Uno spazio chiamato adesso a trasmettere il messaggio del Consorzio. Un obiettivo che le 22 aziende associate perseguono da anni con una serie di canali e di strumenti comunicativi, illustrati stamattina attraverso la collaborazione con l’Università di Siena. Al primo posto c’è l’impegno in rete, con la creazione di un magazine online e con la presenza sulle principali piattamorme social. A queste si sono aggiunti una serie di testimonal, sia virtuali che in carne ad ossa: a partire dal Capitano Seneca, protagonista di un fumetto realizzato dal Consrozio insieme ad un disegnatore russo e alla scuola italiana di comics, affiancato poi da una giovane designer, da uno storico e da uno dei principali produttori del Brunello di Montalcino, chiamati a trasmettere la storia e la tradizione della pelle al vegetale.
Il tutto senza dimenticarela collaborazione stabile con le principali scuole di design del mondo, attraverso il progetto Craft the Leather, al quale hanno lavorato in questi anni oltre 150 studenti. “Questo spazio – ha concluso Remi – è solo una fase di un percorso già iniziato. Perché il vero artigianato della piccola e media impresa in Italia, sopravviverà solo se trasmetterà quel valore aggiunto fatto di tradizione, storia e cultura”.
Giacomo Pelfer