
Il primo tassello sono gli scarichi di Santa Maria a Monte, che già da alcune settimane vengono trattati nel depuratore Aquarno, percorrendo ‘a ritroso’ il tragitto fino a Santa Croce grazie alla nuova condotta realizzata lungo la strada provinciale Francesca Bis. È questo il primo passo, tangibile, dell’accordo per la depurazione che tutti conoscono con il nome di Tubone. Un passo che ne precede un altro a stretto giro: collegare alla stessa condotta anche gli scarichi di Montecalvoli, convogliando ad Aquarno un carico di reflui civili che oggi viene scaricato nell’ambiente. Il tutto, ovviamente, in attesa della grande partita che riguarda i comuni della Valdinievole.
È questa la fotografia del mega progetto Tubone, all’indomani della giornata mondiale dell’acqua che ha aperto le porte del depuratore di Santa Croce. Un impianto “che è pronto da tempo ad accogliere l’incremento volumetrico di reflui da trattare”, dice il direttore Nicola Andreanini, ricordando gli investimenti fatti per le realizzazione delle nuove vasche e per preparare Aquarno ad accogliere i reflui civili di una bella fetta di Toscana.
“Finalmente, dopo tanto parlare – continua Andreanini – cominciamo a vedere i primi risultati del lavoro fatto in questi anni. Il collegamento con Santa Maria a Monte, che si aggiunge a quelli con Castelfranco nel 2003 e con Ponte a Cappiano nel 2013, rappresenta il primo arrivo di reflui unicamente civili. Un intervento che ha visto anche un ottimo coordinamento tra i lavori a carico del gestore Acque Spa e quelli a carico nostro, che sono stati terminati a distanza di pochi giorni gli uni dagli altri. Santa Maria a Monte fa da apripista al prolungamento fino a Montecalvoli, che permetterà di trattare dei reflui civili che oggi finiscono in ambiente”.
È interamente a carico di Acque Spa, invece, la grande partite del Tubone nei comuni della Valdinievole. Completata la lunga fase degli espropri, la Conferenza dei servizi ha dato il via libera poche settimane fa al progetto definitivo. “L’opera è ormai ad un passo dall’andare a gara”, spiega Andreanini, precisando che sarà Acque a decidere se e come suddividere l’appalto in più lotti. “Da parte nostra – spiega – riteniamo che procedere per gradi, da valle verso monte, rappresenterebbe la soluzione ideale. Realizzare un tratto alla volta, partendo da Ponte a Cappiano e andando verso nord, ci permetterebbe di accogliere i nuovi reflui gradualmente, adattando l’impianto passo passo alle nuove volumetrie, piuttosto che avere tutti i reflui da un giorno all’altro. La scelta spetta comunque al gestore”.
Giacomo Pelfer