


Le scuole come strumento per ridare vita alle città. Come occasione per riempire i tanti vuoti dei nostri centri storici. È questo il messaggio che esce dall’incontro organizzato giovedì sera (16 marzo), dal circolo Pd di San Miniato, dal titolo “Città storica e scuola. La conservazione e il reinsediamento delle strutture scolastiche nei centri storici: l’esperienza di Lucca”.
Un’occasione per approfondire il rapporto tra scuola e città con docenti ed esperti, usando come punto di partenza proprio l’esperienza del centro storico lucchese. All’incontro, coordinato da Francesco Guerrieri dell’Università di Firenze, già preside della facoltà di architettura di Firenze e sopraintendente alle belle arti, sono intervenuti il professor Massimiliano Lucchesi e la dirigente della provincia di Lucca Francesca Lazzari. “Una dirigente che ha creduto tenacemente nel suo sogno riuscendo ad avviare e realizzare dieci anni fa un importante percorso di recupero architettonico salvando edifici, monasteri e chiostri in abbandono”, commenta il consigliere comunale di San Miniato Alessandro Niccoli, per il quale l’incontro di giovedì è servito a “sciogliere sterili nodi e false convinzioni” anche sul futuro del liceo Marconi.
“Il tutto – commenta Niccoli – mentre il sindaco Gabbanini e i suoi assessori, stranamente assenti all’incontro, annunciano l’avvio dell’accordo di cementificazione con gli altri sindaci del cuoio Capecchi, Deidda e Toti. Eppure, l’incontro di giovedì è servizio a gettare un po’ di luce contro il buio della politica. La luce è quella dell’apertura, delle cattedre universitarie, di quelle dal valore indiscutibile. Quella di importanti donne, di quelle che cambiano la storia del futuro di città nobili, salvando edifici in abbandono al posto di progetti di vuoti campus, reinserendo storiche scuole dentro le mura cittadine e ridando respiro e nuova vita alla città e a quartieri degradati”.
“Nel corso del convegno – prosegue Niccoli – è stato anche sottolineato che la cultura respira con gli edifici storici, vive e si tramanda, per il semplice fatto che questi sono il nostro dna. Il professor Gurrieri, infatti, ha ripetuto che ciò offre formazione e vita, che dalle nostre architetture si trae identità culturale per una comunità, che i migliori libri non possono trasmettere. È stato detto che qualsiasi edificio è adeguabile e che il consumo del suolo va scongiurato. A fronte di una domanda il professor Gurrieri, ha risposto che un edificio di interesse storico come il Marconi di via Catena, per il fatto che ha più di 50 anni, è vincolato alle Belle Arti. Significa che ha delle caratteristiche architettoniche o storiche che lo rendono unico, speciale o comunque meritevole di tutela. È stato chiesto dal pubblico se Ie classi piccole costituiscono un problema, e la risposta è stata negativa. Altra domanda è arrivata dalla presidente del polo scolastico Raffaella Mallamaci sul terzo lotto di ragioneria, mai non realizzato per presunti problemi di spazio e sicurezza: gli ingegneri hanno risposto che non conoscono la fattispecie ma tutto si può fare, nell’interesse della comunità e della cultura, da non disperdere assolutamente”.
“Insomma – conclude Niccoli – è emerso che nel mondo scientifico e nelle esperienze di città storiche, l’imperativo categorico raggiunto anche dal legislatore è quello di recuperare gli edifici storici e portarci i ragazzi, perché ciò è un patrimonio che altrimenti va perso. La parola d’ordine ormai è ‘adeguamento’. Soprattutto in aree a rischio sismico medio- basso, il compromesso con un adeguamento sismico al 70%, con massima sicurezza, dà vantaggi irrinunciabili per le nostre comunità, in un paese ad alto contenuto monumentale che non va abbandonato ma solo recuperato. Ma gli amministratori, invece, sono urbanisti ad honorem. L’onore del cemento, l’onore del buio giuramento”.