Folla davanti al Blu Club di Fucecchio, l’ex gestore si difende

17 marzo 2017 | 20:44
Share0
Folla davanti al Blu Club di Fucecchio, l’ex gestore si difende

Clima infuocato davanti all’ingresso della palestra Blu Club di Fucecchio. Quasi un centinaio le persone arrivate alle 19,30 di oggi, 17 marzo, per avere spiegazioni sull’improvvisa chiusura dell’attività. Il tutto in un clima fatto di urla e qualche parola di troppo, circondati dal buio di una serata che certo non è bastata a rassicurare i tanti utenti della palestra.

Di fronte a loro si è presentato Sauro Campestrelli, socio della società Brasserie de la Ceramique, la srl che aveva preso in gestione la Blu Club attraverso un affitto di ramo d’azienda con la società Smile Srl. Secondo il racconto di Campestrelli, la decisione improvvisa di risolvere il contratto dell’affitto, sarebbe da attribuire ad una scelta della proprietà, la Smile Srl, in accordo con l’amministratore delegato della Brasserie de la Ceramique, dal quale Campestrelli ha di fatto preso le distanze.

“Noi avevamo stipulato un contratto nove mesi fa davanti al notaio – ha detto Campestrelli – Loro avevano il dovere di affittare tutto in regola, ma dopo poco ci rendiamo conto che alcune cose non vanno, perché le vecchie autorizzazioni erano decadute con l’uscita di scena del vecchio gestore. Per avere queste autorizzazioni abbiamo dovuto investire e siamo anche stati costretti a chiudere per un periodo perdendo ovviamente una parte dei clienti. Adesso, dopo che le autorizzazioni ci sono, vengo a sapere che martedì le società si sono accordate per risolvere il contratto. E mercoledì trovo tutto chiuso con il cartongesso”.

“Ovviamente mi rivolgerà alle autorità giudiziarie”, ha aggiunto Campestrelli facendo anche appello anche all’amministrazione: “Ci appelliamo al sindaco e al Comune perché ci aiutino”. Questa, in buona sostanza, la versione fornita stasera ai clienti della palestra. Versione che ovviamente è di una soltanto delle parti coinvolte nella vicenda. Nessuna certezza, invece, per i tanti utenti che avevano sottoscritto abbonamenti, molto spesso di durata annuale, per un costo di alcune centinaia di euro.