L’artista Sgherri torna a Fucecchio: 30 anni in una mostra

16 marzo 2017 | 10:07
Share0
L’artista Sgherri torna a Fucecchio: 30 anni in una mostra
L’artista Sgherri torna a Fucecchio: 30 anni in una mostra
L’artista Sgherri torna a Fucecchio: 30 anni in una mostra

Gianluca Sgherri torna nella sua Fucecchio con una mostra che abbraccia circa trent’anni della sua produzione. È la mostra dal titolo “L’immagine della pittura”, a cura di Ilaria Mariotti, che sarà inaugurata alle 17,30 di sabato (18 marzo) nei locali del Museo civico.

Organizzata su due piano del museo, la mostra organizza un percorso che coinvolge opere realizzate dalla fine degli anni Ottanta fino ad arrivare alla sua produzione più recente, fra dipinti sculture e installazioni. La mostra prende il nome dal titolo di un’opera composta da teli stampati con alcuni soggetti dei primi anni Duemila. “Anche questa mostra – sottolinea il responsabile dei musei del Valdarno Andrea Vanni Desideri, è pensata per sfruttare le potenzialità del museo, oltre ad essere un’occasione di crescita culturale”. “Sgherri è un pittore con sensibilità e mezzi – afferma la curatrice Mariotti -: uno di quegli artisti che ha scelto di vivere e tornare nel luogo di origine, Fucecchio”. “Un ritorno a casa per festeggiare 30 anni di attività”, lo definisce l’artista parlando di una “mostra impegnativa, su più piani e con varie sale: fare questa mostra è stato come fare un grande quadro, modellando lo spazio del museo”. Dopo l’inaugurazione di sabato, la mostra resterà visibile fino al 9 aprile: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13, mentre il sabato e la domenica dalle 16 alle 19.

Un’arte capace di far dialogare in modo dinamico opera d’arte e contesto. Un dialogo nel quale la pittura manifesta la tensione dell’oggetto dipinto, la sua relazione con la realtà, la possibilità di partire dal dato reale per trasfigurarlo e donare al quotidiano una dimensione metafisica che ha sempre a che   fare, per Sgherri, con la sospensione del giudizio, con l’ambiguità dell’immagine, con lo spaesamento che nasce dal riconoscere alle cose una dimensione familiare per proiettare su un orizzonte poco domestico. Immagini ribaltate, dipinti che assemblano piani diversi in merito allo svolgimento della narrazione, creature bizzarre, tazzine decorate scagliate nello spazio e che incontrano lettere di un rutilante ed insensato alfabeto, personaggi che scavano in paesaggi glaciali: tutto questo chiede a chi guarda di sbarazzarsi delle logiche dell’ordinario. “Ho avuto modo di conoscre le opere di Sgherri anni fa, durante una personale che fu allestita a Roma nel 1998 presso l’associazione culturale “L’attico” di Fabio Sargentini — dice l’assessore alla cultura Daniele Cei. – Sono sempre rimasto colpito dall’estetitica di questo artista nato a Fucecchio e vissuto a lungo in terra toscana, che riprendeva oggetti della quotidianità e per astrarli dal contesto. L’ala del Museo Civico di Fucecchio, nella rinnovata vocazione di vero e proprio “Palazzo delle Arti”, si è mostrata luogo ideale per ospitare l’opera di Sgherri. Sviluppandosi su più stanze e livelli, il palazzo ha offerto all’artista spunti, spazi e condizioni per diventare, esso stesso, veicolo per trasmettere messaggi”.