Il San Matteo d’oro a Giacobbo

11 marzo 2017 | 19:02
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Il San Matteo d’oro a Giacobbo
Il San Matteo d’oro a Giacobbo
Il San Matteo d’oro a Giacobbo
Il San Matteo d’oro a Giacobbo

Per ritirare il San Matteo d’Oro, assegnato dall’associazione culturale l’Arco di Castruccio è venuto personalmente fino a Montopoli Roberto Giacobbo, l’autore e conduttore di vari programmi Rai, ma sicuramente reso famoso dal più noto e attuale Voyager. Ad accoglierlo nella sala Pio XXII il sindaco Giovanni Capecchi, Marzio Gabbanini, Antonio Guicciardini Salini, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani e il consigliere regionale Andrea Pieroni.

Un riconoscimento alla carriera come ha sottolineato il coordinatore dell’Arco di Castruccio l’associazione che assegna il premio, Marzio Gabbanini. “il premio che abbiamo consegnato a Roberto Giacobbo – ha speigato Gabbanini – nasce da una riflessione sulla vocazione intorno all’Arco di Castruccio che è nata per salvaguardare le tradizioni del territorio, ma più ampiamente per promuovere iniziative capaci di avvicinare alla cultura persone di ogni estrazione sociale con proposte qualitativamente alte e in grado di spaziare nei più diversi campi. Chi allora meglio di Giacobbo poteva godere meritatamente del riconoscimento della nostra associazione per un’opera di capillare risposta ai bisogni di un pubblico desideroso di conoscere e di sapere. Giacobbo infatti è un esempio di chi si mette al servizio di chi vuole sapere con semplicità riuscendo a farsi capire da tutti, ma sempre nel rispetto del diritto di ciascuno a pensare con la propria testa, a esercitare quel dubbio metodico che è il fondamento della ricerca della verità senza risposte precostituite o non sostenute da prove certe”.
Giacobbo che si è presentato con la sua semplicità, quella con cui abitualmente ci racconta anche i fatti più misteriosi e ancora da indagare, ha spiegato brevemente quello che è il metodo che sta dietro al suo lavoro cominciato a cui è arrivato dopo un lunga gavetta. “Quando ho cominciato a fare Voyager in primo luogo mi sono voluto circondare di una squadra di persone che nel loro ambito sono estremamente preparate e che ne sanno più di me. Poi mi sono interrogato su come raccontare queste cose, partendo sempre dal presupposto che la conoscenza deve divertire. Alla fine ho capito che dovevo ribaltare il spunto di vista e mi sono chiesto come avrei voluto che le cose mi fossero raccontate attraverso la telecamera e ho capito che la soluzione era cercare di porre delle domande invece che dare delle risposte e questo poi alla fine è ciò che ancora oggi ci permette di indagare ciò che non conosciamo e stimola la curiosità”. E sicuramente a Giacobbo va riconosciuta una grande capacità di sperimentare sia come autore di trasmissioni, ma anche come divulgatore e comunicatore innovando il mezzo di comunicazione televisivo con l’obiettivo di riuscire ad appassionare tutti a incuriosire, tanto che come lui stesso ha raccontato la sua trasmissione dagli esperti marketing della Rai è considerata senza target, per dirla più semplicmente l’insieme dei telespettatori non è rappresentato da una fascia sociale o da un gruppo ben preciso, ma da un insieme di persone che ragionano in un certo modo che difficilmente possono essere considerate in un gruppo chiuso e che sono presenti in tutti gli ambiti anagrafici e sociali.

Gabriele Mori