


L’opportunità permette di imparare un lavoro ma senza abbandonare la scuola. Un percorso di due anni, con un contratto di apprendistato che unisce insieme lavoro, stage e studio, attraverso un accordo tra impresa e scuola. Un’occasione per le aziende, che possono formare un ragazzo con determinate competenze, ma al contempo uno strumento inedito e innovativo contro l’abbandono scolastico. È il cosiddetto “apprendistato in alternanza”, presentato questa mattina (6 marzo) al Centro per l’impiego di Santa Croce, alla presenza dell’assessore regionale alla scuola e al lavoro Cristina Grieco. Una scelta non causale, visto che proprio nel comprensorio si registra la prima esperienza in Toscana: è quella di Francesco, 16 anni, che sta già portando avanti un percorso di apprendistato in alternanza, attraverso un accordo tra l’istituto Cattaneo di San Miniato e la conceria Llyod di Santa Croce, facendo in qualche modo da ‘apripista’ per tanti altri ragazzi toscani.
“Siamo in fase sperimentale – ha spiegato il dirigente Alessandro Frosini – ma crediamo che su questo territorio ci siano tutti i presupporti per fare una buona sperimentazione. In pratica, oltre all’alternanza scuola-lavoro, prevista obbligatoriamente dalla legge, e ai percorsi di istruzione e formazione professionale, abbiamo inaugurato una terza strada con un percorso che unisce insieme per il ragazzo tre tipi di impegno: quello di lavoratore per l’impresa, di stagista e di studente per la scuola”. Il piano prevede oltre mille ore l’anno, per due anni, con un contratto full time suddiviso in tre momenti diversi.
“Per farlo, chiaramente – aggiunge Frosini – serve un protocollo d’intesa fra la scuola e l’azienda, oltre ad un ‘patto formativo’ con l’allievo in cui sono specificate le capacità che deve acquisire. È quanto abbiamo fatto con la conceria Lloyd, firmando il contratto il 1 febbraio, in attesa di conoscere le linee guida della Regione anche in fatto di sicurezza”.
Il percorso offre all’azienda di poter beneficiare degli sgravi fiscali previsti della regione, che in questo modo ha a disposizione uno strumento in più contro l’abbandono scolastico. “Molti ragazzi arrivano nelle scuole professionali con un livello motivazionale molto basso – sottolinea Frosini –. In questo modo abbiamo un’altra carta da giocare”. Una carta che non rappresenta comunque una “strada a fondo chiuso”, perché il percorso di apprendistato non esclude la possibilità di proseguire gli studi per conseguire il diploma.
“È anche un’esperienza per capire subito se un certo lavoro, come quello della conceria, può piacere o meno”, afferma l’amministratore delegato della Llyod Mario Buldrini, per il quale gli sgravi offerti dalla regione sono solo l’ultimo stimolo per le aziende: “Perché non sono i 3mila euro in meno all’anno che faranno andare avanti le nostre aziende – dice -. In questo modo noi stiamo investendo nel futuro, perché la conceria ha bisogno di competenze. E su questo c’è spazio per tutti, perché tra pochi anni perderemo molti lavoratori che per noi sono fondamentali. Con questo sistema, ogni azienda ha l’opportunità di formare un ragazzo secondo le proprie necessità, cucendogli in un certo senso il vestito addosso. Anche perché, rispetto al passato, le scuole professionali hanno un po’ perso la loro funzione: in questo modo, invece, l’industria diventa il ‘laboratorio’ degli studenti”.
Secondo l’assessore regionale Grieco, “questa prima esperienza può essere un esempio virtuoso. A lungo – ha detto l’assessore – il modo del lavoro e quello della scuola sono rimasti separati, producendo un’altissima disoccupazione giovanile. La Regione ha già introdotto nuovi strumenti per l’alternanza scuola-lavoro, ma questo nuovo apprendistato rappresenta la ‘via toscana’ al sistema duale, unendo le materie tecnico-professionali all’apprendistato in azienda, tenendo aperta però la possibilità di conseguire un titolo di studio”. Alla presentazione è intervenuta anche il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda e il collega di Castelfranco Gabriele Toti, di fronte ad una platea di imprenditori, consulenti del lavoro e due classi terze dell’istituto Cattaneo.
Giacomo Pelfer