Marconi, via Catena esclusa ma la Consulta non ci sta

22 febbraio 2017 | 12:35
Share0
Marconi, via Catena esclusa ma la Consulta non ci sta
Marconi, via Catena esclusa ma la Consulta non ci sta
Marconi, via Catena esclusa ma la Consulta non ci sta
Marconi, via Catena esclusa ma la Consulta non ci sta
Marconi, via Catena esclusa ma la Consulta non ci sta
Marconi, via Catena esclusa ma la Consulta non ci sta

I cittadini di San Miniato non ci stanno. Non accettano di perdere un liceo di cui si sentono defraudati. Nonostante le ultime perizie spingano il futuro della scuola nella piana, la richiesta di tutti è stata quella di sospendere la decisione, sostenendo il ritorno del Marconi nel capoluogo. È una consulta dai toni infuocati quella che si è riunita martedì sera nella Sala del Bastione. Una consulta che sarà replicata, come chiesto dai cittadini, portando a San Miniato anche i rappresentanti della Provincia, nonostante tutto lascia pensare che il legame tra il capoluogo della Rocca e il Marconi sia ormai reciso.

Escludere via Catena: lo chiedono i quattro sindaci
È stato il sindaco Vittorio Gabbanini, infatti, a comunicare all’assemblea i contenuti di un documento che i quattro sindaci del comprensorio hanno inviato proprio ieri (21 febbraio) alla provincia. Documento nel quale si dà un sostanziale nulla osta all’esclusione di via Catena dall’elenco dei siti dove ricostruire la scuola, in risposta alla stessa richiesta avanzata dal gruppo tecnico della provincia che, condividendo l’analisi dello studio Archea di Firenze, aveva chiesto ai sindaci di ‘cancellare’ via Catena per “la superficie insufficiente, l’elevata pericolosità geologica e sismica, i vincoli paesaggistici e la scarsa accessibilità”. Allo stesso modo, l’ipotesi San Donato viene esclusa per la presenza di “problemi idraulici difficilmente superabili”, limitando così la scelta a ai soli siti di Fontevivo e Ponte a Egola. Nello stesso documento, i quattro sindaco chiedono anche alla Provincia di dare risposta alle esigenze del Cattaneo, utilizzando gli spazi dell’ex liceo per il futuro ampliamento dell’istituto tecnico.

Guerra di perizie: “Chiediamone una al tribunale”
Una comunicazione, quella di Gabbanini, che ha immediatamente acceso gli umori della platea, infuriata “per le tante scelte sbagliate degli ultimi anni”, ma anche contro i comuni vicini “che vengono a mettere bocca in casa nostra”. Sotto accusa, in particolare, le conclusioni dello studio Archea di Firenze, annunciate lo scorso gennaio, che di fatto contraddicono gli impegni, almeno sulla carta, che la stessa amministrazione comunale aveva assunto rispetto alla ricostruzione del Marconi nell’area di via Catena, nonostante i limiti rilevati (soprattutto di spazio) che la provincia aveva già lamentato nel 2010. Alcuni cittadini hanno anche chiesto un ulteriore perizia al di sopra delle parti: “Prima di dire che a San Miniato il liceo non si può fare aspettiamo un attimo – ha detto un cittadino -. Chiediamo al tribunale la perizia di un Ctu”.

Gabbanini: “Le scuole si costruiscono in luoghi sicuri” 
Alle proteste della platea, il sindaco Gabbanini ha ricordato i limiti oggettivi e normativi che impediscono il ritorno del liceo nel capoluogo. “Ho sostenuto il liceo a San Miniato finché mi hanno detto che non era possibile. Ci sono delle regole da rispettare per costruire una scuola – ha detto il primo cittadino -: per un liceo come il Marconi servono 25mila metri quadri. Senza dimenticare che la sicurezza viene prima di tutto: le scuole vanno costruite in luoghi sicuri”. “Anche l’area del parcheggio Benvenuti, indicata nel regolamento urbanistico per la costruzione del liceo – ha precisato l’assessore Marzia Fattori – diventerà non più conforme rispetto al nuovo Pit regionale (il Piano di indirizzo territoriale) al quale ci dovremo adeguare nei prossimi mesi”.

Recuperare l’esistente: “Altre Province lo hanno fatto”
Posizioni che comunque non hanno convinto i cittadini. “Perché noi chiediamo di valorizzare l’esistente”, ha detto la presidente del Comitato polo scolastico Raffaella Mallamaci, sostenendo la necessità di valutare ogni ipotesi possibile per riportare il liceo nel centro storico. In tanti hanno anche chiesto di fare ulteriori verifiche su un eventuale recupero del vecchio Marconi. “Per un paese come l’Italia abbattere e ricostruire non è la soluzione migliore – ha detto un ingegnere -. Dopo gli ultimi terremoti sono stati fatti passi da gigante nell’adeguamento delle strutture in cemento e acciaio e ci sono sviluppi anche sulle murature. Magari si potrebbe prendere contatti con le univeristà che studiano e applicano questi nuovi sistemi”. Una posizione condivisa anche dall’architetto Emilio Bertini: “Perché non lontano da qui ma in un’altra provincia – è stata creata una scuola dentro un centro storico migliorando gli edifici dal punto di vista sismico. Allora forse il problema è la provincia di appartenenza?”.

Una nuova Consulta per invitare la Provincia a San Miniato
Da parte di tutti, quindi, la richiesta è stata quella di sospendere la decisione, richiedendo al tempo stesso un ulteriore Consulta alla quale dovranno essere presenti anche i rappresentanti della Provincia. “Ho chiesto a Giovanni Viale di indicarmi al più presto una nuova data”. Forti, comunque, le critiche piovute dai consiglieri di opposizione presenti, da Carlo Corsi (Forza Italia) a Laura Cavallini (Immagina San Miniato), per la quale “in questi anni del liceo non è mai importato niente all’amministrazione – ha detto – come non è importato niente del Cattaneo che dopo 28 anni è ancora da compeltare”. “Da tre anni il Cattaneo attende almeno una scala antincendio per usare il primo piano di via Roma – ha ricordato Chiara Benvenuti (Cinque Stelle) – non siamo riusciti a fare neanche quella”. Alessandro Niccoli ha sostenuto invece l’idea di un “liceo diffuso nel centriìo storico, recuperando il progetto di San Miniato-città scuola”.

Giacomo Pelfer