Liceo Marconi: il sito è una questione politica

12 febbraio 2017 | 16:14
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Liceo Marconi: il sito è una questione politica

Era prevedibile ma non scontato. In molti hanno sperato fino all’ultimo che la questione non diventasse politica, ma non c’è stato niente da fare: le correnti e forse anche la memoria storica non hanno potuto restare sopite. Risolta l’emergenza e capito che a San Donato non sarà possibile tornare, si è già acceso e forse sta per infuocarsi il dibattito sull’ubicazione del nuovo immobile che, comunque vada, difficilmente sarà pronto ad accogliere gli studenti nel giro di pochi anni.

Molte le componenti in gioco o come si dice oggi, i portatori di interessi titolati a dire la propria. Da un lato ci sono il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini e l’amministrazione comunale che hanno deciso, sulla base di ricerche (qui Marconi a Fontevivo, la relazione sugli altri siti), di ubicare il liceo nell’area di Fontevivo ovvero nella zona dove il comune si appresta a comprare da Carismi un vasto appezzamento di terreno, spostando cosi il futuro del liceo da San Miniato centro storico a San Miniato basso, forte anche di un parere di difficile sostenibilità della realizzazione dato dai tecnici della Provincia. Scelta giustificata con uno studio di quasi 400 pagine che alla fine individua come la zona più idonea ad accogliere l’edificio che ospiterà il futuro liceo, scartando altre ubicazioni per vari motivi a cominciare dall’assetto idraulico del territorio nel caso dell’altro sito preso in esame quella di Ponte a Egola.
Poi ci sono i sindaci degli altri comuni che, se non fosse stato per l’eccezione di Gabriele Toti primo cittadino di Castelfranco di Sotto (qui Marconi, Toti ‘frena’ su Fontevivo: “Liceo del Comprensorio”) per il momento non hanno espresso nessuna parere. Toti in quell’occasione chiese un percorso che portasse a una scelta condivisa in tempi celeri, rimarcando che il liceo è del Comprensorio e non solo di San Miniato.
Oltre a questo, però, ci sono le questioni interne a San Miniato e al Pd: da un lato l’amministrazione con i circoli fedelissimi, pronta a spostare il liceo da via Catena a Fontevivo, dall’altro una ampia parte di Democratici sanminiatesi tra cui i vertici del circolo di San Miniato Centro Storico che invece impugnano il programma elettorale con cui la maggioranza prese i voti che oggi le permette di governare, nel quale si diceva che il liceo sarebbe dovuto tornare in piazza Lanfranco Benvenuti. In questo scenario complesso non manca la voce dell’opposizione in particolare del consigliere Alessasndro Niccoli, anche lui pronto a rivendicare il sito si San Miniato centro storico come futura collocazione della scuola superiore, scagliandosi da un lato contro l’amministrazione comunale e dall’altro contro il sindaco Gabriele Toti e gli altri rappresentanti del comprensorio perché si sono permessi di ipotizzare la realizzazione del liceo a Ponte a Egola alcune sere fa, durante una riunione, dopo aver rimarcato che era necessario un percorso rapido e condiviso di tutto il territorio. Non ultima, oggi si aggiunge chiara e forte la voce di Francesco Lupi, da oltre sei mesi latitante dalla scena politica dopo le sue dimissioni e l’elezione a segretario del Pd di San Miniato di Simone Giglioli. E affida il suo pensiero, con atteggiamento quasi grillino nei metodi comunicativi, al suo profilo Facebook dove rimarca l’importanza di rispettare gli impegni presi in campagna elettorale ovvero di garantire il ritorno del liceo in piazza Benvenuti, scelta che secondo Lupi era stata in passato condivisa anche dagli altri sindaci e dall’ex segretario del Pd sanminiatese Massimo Baldacci.
Il liceo Marconi non può essere considerato solo patrimonio sanminiatese: proprio nello studio commissionato da Gabbanini su Fontevivo ci sono dati chiari. Il liceo al momento ha 578 alunni di cui il 12% arriva da Castelfranco, il 38% da San Miniato, il 25% da Santa Corce sull’Arno, il 10% da Montopoli, il 7% da Fucecchio, residuale la popolazione scolastica che arriva da altri comuni dell’Empolese Valdelsa e della Valdera. Numeri che evidenziano come la futura ubicazione del liceo non possa essere una decisione solo di San Miniato ma di tutti i sindaci di cui la momento gli unici che si sono epsressi sono Gabbanini e Toti.
Silenzio ufficilamente invece da parte del comune di Santa Croce e del suo sindaco Giulia Deidda e da parte di Montopoli in Val D’Arno e di Capecchi che, quindi, sembrano pronti a ratificare la decisione di Gabbanini di Fontevivo.
Insomma il liceo come è facile capire da questo scenario, rischia di diventare una polveriera politica e forse proprio la dialettica politica e la parcellizzazione della posizioni potrebbe essere un problema per il sindaco Gabbanini che in più occasioni ha lasciato intendere di voler risolvere rapidamente la questione liceo. D’altra parte, però, sembra sul terreno politico che al momento Gabbanini non possa fare leva su un percorso condiviso come evidenza l’intervento di Lupi. Condivisione forse da trovare prima internamente a San Miniato e poi con gli altri sindaci, Toti compreso. Uno scenario che potrebbe diventare un macigno capace di rallentare la scelta dell’ubicazione del nuovo edificio, scelta questa che secondo i tecnici è fondamentale fare rapidamente per poi avviare quanto prima il lungo percorso di realizzazione. Indispensabile quindi trovare una sintesi anche se questa si preannuncia difficile visto il tono dei vari interventi che si sta alzando sempre più, incanalandosi verso una dialettica quantomeno forte da parte di alcuni, soprattutto nel panorama di San Miniato. 

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