




Le indagini sulla morte di Raghi Cioni (qui Ciclista di 30 anni travolto e ucciso da un veicolo che è fuggito) non si sono fermate, anzi stanno andando avanti in modo veloce. I carabinieri stanno lavorando in varie direzioni, ma un passo importante è stato fatto: gli uomini del Ris, il reparto investigazioni scientifiche dell’Arma, sono arrivati sul Comprensorio del Cuoio, dove è conservato il furgone posto sotto sequestro e che potrebbe essere quello che ha investito il 30enne di Ponte a Egola la sera del 15 dicembre.
I Ris hanno eseguito una serie di rilievi e campionamenti, prove irripetibili richieste dalla procura della repubblica di Pisa. Gli investigatori dell’Arma hanno concentrato la loro attenzione su quattro elementi: il furgone, la bicicletta di Raghi, gli abiti e i reperti raccolti con grande attenzione dagli uomini del capitano Antonio Trombetta la sera dell’incidente, proprio sul luogo dell’impatto fatale per il giovane. I rilievi, come previsto dalla legge essendo richiesti dalla Procura, sono stati eseguiti alla presenza dei tecnici di parte nominati dalla parte lesa e dagli indagati, anche perché si è trattato di prove ritenute irripetibili. L’obiettivo degli investigatori è sicuramente quello di capire la compatibilità tra le varie parti: i reperti rinvenuti dai carabinieri la sera dei fatti e durante le indagini, il furgone, i danni riportati dal veicolo nell’impatto con la bici e il corpo della giovane vittima. Ora i Ris dovranno elaborare tutto il materiale raccolto con strumenti estremamente precisi per stabilire in modo certo se quel furgone è coinvolto nell’incidente andando a confermare oppure a smentire le ipotesi investigative dei carabinieri della compagnia di San Miniato. L’obiettivo è stabilire la compatibilità o meno dei reperti con l’ipotesi investigativa, ricostruita in un contesto estremamente difficile dai carabinieri della compagnia. Al momento per la procura della repubblica ci sono due persone della Valdegola che sono indagate. Per loro si ipotizza il reato di omissione di soccorso e omicidio stradale. I due, infatti, sarebbero gli unici titolati a guidare il mezzo, intestato a un’azienda. La precisazione resta doverosa: in questa fase ci sono ipotesi investigative e persone sottoposte a indagine, non fatti certi né colpevoli. La responsabilità di uno o entrambi gli uomini dovrà essere stabilità in un’aula di tribunale qualora si arrivi a un rinvio a giudizio di fronte al giudice per l’udienza preliminare. (Ga.Mo.)