Il futuro della Chiesa di San Miniato, tra unità pastorale e organi da rinnovare

24 dicembre 2016 | 15:10
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Il futuro della Chiesa di San Miniato, tra unità pastorale e organi da rinnovare

Tornare alle cose semplici. Sfoltite le feste di Natale da luci, regali e formalità, rimane la Sacra famiglia, a guardarci da dentro la capanna, concentrata sulla gioia più grande. C’è il presepe (leggi qui Un presepe nel cuore e nella vita: l’augurio del vescovo) a guidare il Natale del vescovo della diocesi di San Miniato Andrea Migliavacca, ispirazione di una Pastorale con il Vangelo al centro e di una comunità che è famiglia e che con l’anno nuovo cambierà un po’ aspetto perché, spiega il vescovo, “ci sono organismi che stanno giungendo alla loro scadenza naturale e che, quindi, saranno rinnovati”. Nella direzione dell’Unità pastorale, che invita le parrocchie a mettere insieme le energie e le risorse.

Qualche cambiamento, in diocesi, lo ha già apportato (leggi qui Cambia parroco a Casteldelbosco. Novità in Diocesi). Come continuerà?
“Abbiamo iniziato con le emergenze. Ci sono state situazioni da riorganizzare dopo che qualche sacerdote tornato alla casa del Padre, per esempio. Un passo alla volta, quando i problemi si sono presentati, li abbiamo risolti. Ora ci sono organismi diocesani in scadenza naturale, come il consiglio presbiteriale e pastorale e questa situazione ben si presta al rinnovamento. Ci sarà poi da ripensare i servizi diocesani, in modo da razionalizzarli pur garantendoli al meglio. Il cammino, comunque è quello pensato da monsignor Tardelli, cioè quello dell’Unità pastorale, con le parrocchie che lavorano insieme. Sto cercando di dare quest’impronta e mi piace trovare tanta disponibilità: questo mi lascia ben sperare in una diocesi che somigli sempre di più al Vangelo e alla Chiesa in uscita della quale parla papa Francesco. In quest’anno ho studiato la diocesi, ma devo dire che ho anche ottimi collaboratori, quindi andiamo avanti”.
Tra i consigli in scadenza, c’è anche quello della Stella Maris. Che farà?
“Abbiamo da poco presentato un progetto bello e importante (leggi qui Stella Maris e un sogno: il centro specialistico tra 3 anni). Il consiglio direttivo ha raggiunto la sua naturale scadenza e sarà nominato quello nuovo. Quello che posso dire, è che per me hanno fatto un buon lavoro”.
Del suo primo anno da vescovo ormai si è detto tutto. C’è qualcosa di cui non si è parlato abbastanza?
“Si è detto davvero tutto e più volte. C’è una cosa in particolare della quale non si parla mai abbastanza: le problematiche legate al lavoro e alle condizioni di lavoro, anche tenendo conto delle prospettive dei giovani universitari. E’ un mondo complesso, nel quale ho provato a entrare con curiosità, che va approfondito di più perché lavoro e futuro sono fondamentali, per l’individuo e per il territorio”.
I giovani sono una costante degli impegni che prende con la diocesi. Ci sono novità?
“La Pastorale per i giovani va avanti. Abbiamo già detto che si ripeterà l’aperitivo e aggiungo che ad agosto faremo un pellegrinaggio in Terra Santa. E’ bello e arricchisce, ogni volta, incontrare i gruppi giovani delle parrocchie e per questo devo ringraziare i sacerdoti che me ne danno l’opportunità e che li seguono sempre. I giovani, nelle parrocchie ci sono, sia come presenza che anche nella Chiesa. Dobbiamo lasciare che siano ciò che sono, non cercare di incassellarli, ma ascoltarli e aiutarli a vivere la propria fede come anche la propria vita”.
Qualche giorno fa altre due ordinazioni diaconali: quest’anno ne è stato ricco (leggi qui Voglio fare il sacerdote, la vocazione in diocesi).
“Sono una grande benedizione e il segno di un trend che, però, va mantenuto. Preghiamo perché ci sia ricambio e si continui in questa bella direzione”.  
Liceo Marconi: tra le ipotesi per la nuova scuola, c’è che sorga su un terreno a La Scala che è in parte della diocesi (leggi qui Corsa a 4 per il nuovo liceo: studio per scegliere il terreno).
“So che c’è questa tra le possibilità paventate, ma la trattativa non è ancora iniziata. Se un’offerta ci sarà, sarà valutata come con ogni altra offerta, come si fa tra istituzioni ed enti. Da parte nostra non ci sono preclusioni”. 
In questo anno, lei ha visitato ogni angolo della diocesi.
“Si, anche più di una volta. Avevo voglia di incontrare tutti e di scoprire ogni pezzo di questa grande diocesi. Anche adesso, a dire il vero, lo sto facendo… anzi, non credo smetterò di farlo. Anche perché, c’è una cosa: ogni volta, anche dopo più di un anno, vengo accolto con la stessa gioia e voglia di fare festa del primo incontro e questo mi dà una gran carica, oltre a farmi tanto piacere. Ecco, l’accoglienza ricevuta ha davvero superato le mie aspettative”. 
Capodanno in piazza Duomo (Leggi qui Capodanno in piazza Duomo con Nicola Mei fino a mezzanotte), per la prima volta. La piazza sta diventando il teatro di tutte le più importanti manifestazioni cittadine. 
“E’ una bella piazza, con una bella vista. In questo caso noi siamo spettatori: è un’iniziativa del Comune che ci ha chiesto la disponibilità. Non avevamo motivi per dire di no e abbiamo acconsentito. Le celebrazioni religiose si svolgeranno senza intoppi”.
Il presepe è il richiamo alla famiglia, oltre che alla semplicità. Qui ce ne sono davvero tanti.
“Sì e ne sono felice. Rispetto a quelli artistici, io continuo a preferire quello classico, perché racchiude tutta la semplicità del messaggio di Dio e della venuta di Cristo. Come vescovo incaricato nella regione per la pastorale del turismo e dello sport, sono andato volentieri a inaugurare alcune Natività e a visitarne altre. Quello che mi fa sempre piacere notare è che ciascun presepe coinvolge tanta gente: chi lo organizza ma anche chi partecipa a quella sorta di pellegrinaggio che si origina e che porta allo stupore. Ecco, mi piace che quella sia un’ottima occasione per mandare Il Messaggio vero del Natale, ai giovani, ai bambini e agli adulti”.
Il Natale è la festa della famiglia. Il vescovo passerà un po’ di tempo con la famiglia?
“Prima con la mia comunità. Poi, dopo Natale, me ne tornerò a casa tre giorni a trovare famiglia e amici di sempre. E’ un’occasione per staccare un po’ dai tanti impegni quotidiani e rigenerarmi, così per ricominciare con energia il nuovo anno. Ogni tanto torno a trovare i miei, ma stavolta potrò farlo con un po’ più di calma”.
Qual è il messaggio di Natale alla diocesi?
“Un pensiero particolare è per i malati e per le famiglie. Ma l’augurio è anche per gli anziani, i giovani e a tutti gli amici della diocesi: siate pace. Perché l’annuncio di pace deve partire da ciascuno di noi e travolgere il mondo”.

Elisa Venturi