Calendario Waste, i rifiuti fra retorica ed esaltazione

6 dicembre 2016 | 13:36
Share0
Calendario Waste, i rifiuti fra retorica ed esaltazione
Calendario Waste, i rifiuti fra retorica ed esaltazione
Calendario Waste, i rifiuti fra retorica ed esaltazione
Calendario Waste, i rifiuti fra retorica ed esaltazione
Calendario Waste, i rifiuti fra retorica ed esaltazione
Calendario Waste, i rifiuti fra retorica ed esaltazione

Le foto sono interessati, capaci di colpire l’occhio dell’osservatore e farlo soffermare su quel bianco e nero che è capace di evocare. Il fotografo Andrea Varani dimostra grande capacità tecnica, ma anche una grande conoscenza della storia del cinema e della fotografia del ‘900. Gli archetipi per capire il valore artistico di questo lavoro vanno ricercati nella cultura fotografica anglosassone e americana tra il 1940 e il 1960. In altre parole, ci sono idee e c’è la voglia di raccontarle, nel nuovo calendario “Face to face heart to heart” commissionato come ogni anno da Waste Recycling.

Scatti che evocano e che raccontano, finestre albertiane su un mondo, che diventano retorica di un lavoro in una pluralità di stili e linguaggi che vanno dalla celebrazione all’esaltazione. Non c’è vena documentaristica e per questo forse la dimensione artistica delle foto di Varani è anche maggiore nell’esaltare la retorica ed il paternalismo aziendale che trova la sua esplicazione nelle parole dell’amministratore delegato di Waste Recycling Maurizio Giani che dice: “La forza di un’azienda sono le persone, sono coloro che credono nel proprio lavoro e che sono consapevoli di essere una piccola, ma sostanziale parte di quell’ingranaggio complesso che ogni giorno si impegna nel rendere più confortevole e pulito lo spazio che ci è dato da vivere, quell’unico ambiente che è di tutti”.

Quindi non foto per raccontare i lavoro e i lavoratori nelle loro condizioni quotidiane, ma foto che servono per esaltare il contesto della lavorazione dei rifiuti in cui sono state realizzate. Mustapha, Bouzekri, Kevin, Roberto, Jacopo, Orgest, Abdel, Gianni, Alessandro, Gino, Daniele e Claudio i lavoratori che hanno fatto da modelli non sono i veri soggetti della foto, ma solo una piccola parte di un ingranaggio della filiera dei rifiuti, il vero protagonista è la materia prima dell’attività aziendale, i rifiuti appunto, e la loro lavorazione in una retorica post-marxista, padronale e post-industriale estremamente estetizzante che prende forma sulla pellicola di Varani, un fotografo che dimostra grandissime capacità artistiche e comunicative, capace di controllare in modo minuzioso l’immagine e la sua semiotica, usando la macchina fotografica come se scrivesse una sceneggiatura con una penna, ma avvalendosi dalla capacità di sintesi ed estetica tipica della comunicazione per immagini. Ventiquattro scatti destinati a fare storia nella fotografia per le capcità artistiche che vi sono dietro la macchina fotografica. Un lavoro che l’autore ha definito così: “Anche la scelta del bianco e nero è stata voluta per cercare la massima intensità dello sguardo” sottolinea Andrea Varani “andando a cogliere anche l’ultima imperfezione proprio perché solo nell’imperfezione è possibile trovare il senso vero e più profondo dell’amore: quello che solo può salvare e rigenerare l’uomo perché attinge alla Verità: quasi a rappresentare quel punto 0 che non è né migliore né peggiore di niente perché è esso stesso la realtà, l’unica incontrovertibile realtà dell’umano”.
“Face to face heart to heart” giunge quest’anno alla sedicesima edizione di un calendario che ogni anno viene stampato in oltre 10mila copie e distribuito in numerose imprese italiane, utilizzando come soggetti i dipendenti dell’azienda di Santa Croce sull’Arno.

Gabriele Mori