





Nuova location, stesso sapore. Quello del celebre biscotto di mandorle della tradizione santacroce: l’intramontabile Amaretto che per il 24esimo anno torna a caratterizzare l’omonima festa in programma l’8 dicembre. Un’edizione diversa dal solito quella di quest’anno, ospitata non più in piazza Garibaldi ma al museo del Cuoio, per ovviare ai problemi legati ai lavori di piazza Matteotti ma anche per tentare il definitivo salto di qualità.
“Abbiamo scelto di andare al museo – spiega l’assessore Marco Baldacci – perché raggiungere il centro storico quest’anno sarebbe stato complicato. Tuttavia, abbiamo proposto ai commercianti di seguirci nella nuova location: quasi tutti i negozianti del paese hanno aderito ed avranno un proprio stand all’interno del museo”. L’obiettivo è quello di valorizzare il prodotto più caratteristici della gastronomia santacrocese, grazie alla collaborazione di 5 amaretti locali: le pasticcerie Vacchetta e Loriana Betti, i forni Freschi e Fornaretto e il bar Greco 2.0, che insieme porteranno nella festa il celebre biscotto. Un prodotto nato agli inizi dell’Ottocento tra le mura del convento di Santa Cristiana, dove le suore iniziarono a preparare dei dolcetti di uova, zucchero e mandorle per ringraziare i benefattori. Quella ricetta oltrepassò poi le mura del convento, entrando nella tradizione delle famiglie santacrocesi fino ad avere una festa tutta sua, nel giorno dell’Immacolata Concezione, per ricordare l’8 dicembre del 1278, in cui la patrona di Santa Croce ebbe in visione la Madonna durante il pellegrinaggio ad Assisi.
La festa al Museo
L’iniziativa ha avuto il suo prologo la scorsa domenica, con la partecipazione degli amarettai di Santa Croce alla Mostra mercato del tartufo di San Miniato, in uno stand dedicato a cura della Pro Loco. Per l’8 dicembre, invece, appuntamento con la Festa dell’Amaretto per l’intera giornata, all’interno del museo, a partire dal mattino fino al Gran Galà della sera. Si comincia già dalle 9,30 con l’apertura dei temporary store dei negozi. Alle 10 e alle 16, invece, appuntamento con i laboratori organizzati da Slow Food, mentre per tutta la giornata il Ciaf Maricò aprirà un laboratorio per i più piccoli. “I bambini – spiega Baldacci – realizzeranno un messaggio di solidarietà per una delle scuole dei paesi terremotati: saranno creati due lenzuoli, di cui uno sarà inviato in un paese del terremoto ed uno resterà qui a Santa Croce, per inaugurare un dialogo con i territori del centro Italia”. All’interno della festa ci saranno anche le maschere del Carnevale di Santa Croce, mentre i grandi protagonisti saranno ovviamente gli amarettai con i loro prodotti.
Cena di gala con lo chef Rugiati
Alle 20, invece, appuntamento con la cena del Gran Galà che vedrà quest’anno la partecipazione straordinaria dello chef Simone Rugiati. Nel corso della serata, a cura della Pro Loco, è prevista anche l’esibizione del pianista Ernesto Marciante. Il costo per prendere parte alla cena è di 30 euro a persona, di cui 10 saranno devoluti ad Unicef.
Amaretto simbolo di Santa Croce
“I lavori in piazza Matteotti ci danno l’opportunità di sperimentare una nuova location che sarà ideale anche in caso di pioggia – afferma Angelo Scaduto della Pro Loco –. Per molte persone sarà anche l’occasione di venire e a vedere questa struttura. L’obiettivo è quello di far crescere questa festa, anche se il luogo ideale è ovviamente il centro storico”. Secondo Scaduto, però, la strada tracciata in questi anni è quella giusta, come dimostrato anche dalla presenza della scorsa domenica a San Miniato. “Erano un po’ di anni che non andavamo a San Miniato – ha ricordato -: un tempo andavamo con un solo amarettaio, Marco Fadda, che è doveroso ricordare. Quest’anno per la prima volta eravamo tutti insieme. Quello che ci ha fatto piacere è vedere che tante persone conoscono già questo prodotto e lo associano a Santa Croce, insieme ai tanti visitatori che si sono fermati perché hanno riconosciuto uno dei nostri 5 commercianti”.
L’Amaretto d’oro si fa in tre
Per la quinta volta, inoltre, si rinnova il concorso “Amaretto d’oro” ideato dalla gioielleria Baroni, il prestigioso premio assegnato di anno in anno al miglior amarettaio di Santa Croce. Cinque i giurati chiamati a scegliere l’Amaretto migliore dell’anno. “L’idea è stata quella di creare una sorta di Coppa del mondo – spiega Sara Giani della gioielleria Baroni -: un premio che riproduce la forma tipica dell’amaretto e che di anno in anno viene rimessa in gioco tra gli artigiani”. A questo trofeo, che verrà esposto dal vincitore, nel proprio negozio, fino all’edizione successivo, si aggiungono quest’anno anche l’Amaretto d’Antan e l’Amaretto Kid’s. “Abbiamo aderito con piacere a questa iniziativa in una location bellissima dove partecipiamo con piacere”, commentano Elena Salvadorini ed Elena Picenibelli in rappresentanza dei commercianti del paese.
L’amaretto “tartufo” santacrocese
“L’amaretto è uno dei quei prodotti che hanno un passato – spiega Carlo Gazzarrini di Slow Food -: un prodotto malleabile e poliedrico che a Santa Croce viene realizzato con caratteristiche peculiari. Per farlo diventare una sorta di “tartufo” santacrocese, però, non possiamo limitarci ad avere solo 5 amarettai, ma dobbiamo legarci anche a tutti gli altri dolci della nostra zona che in alcuni casi stiamo perdendo”.
Giacomo Pelfer