
L’unico passaggio che ha messo tutti d’accordo è la proposta di un consiglio comunale aperto, che i consiglieri di San Miniato si sono impegnati ad organizzare per parlare appositamente della questione liceo. Su tutto il resto, invece, la seduta di ieri 29 novembre del consiglio comunale di San Miniato, ha tracciato un solco netto tra la maggioranza e le forze di opposizione sul tema del Marconi. Un solco sul piano delle responsabilità politiche, che partano dal 2008 per arrivare fino ad oggi, fino ad arrivare agli impegni per la costruzione del nuovo liceo.
Le minoranze, infatti, avevano presentato un ordine del giorno condiviso nel quale si ripercorrevano passo passo gli impegni, le dichiarazioni e le prese di posizione che dal 2008 hanno caratterizzato la questione liceo: dalla scelta del trasferimento all’interporto e dell’acquisto dell’immobile, fino al comunicato stampa del Pd del Cuoio diramato alla vigilia delle elezioni 2014, dove si annunciava di aver raggiunto l’accordo per progettare il ritorno del liceo a San Miniato. L’ordine del giorno, quindi, chiedeva una verifica sul vecchio edificio di via Catena recuperando il progetto del polo scolastico, impegnando il sindaco a rappresentare questa volontà in sede provinciale e infine a organizzare un consiglio comunale aperto. Per tutta risposta, il gruppo Pd ha presentato un proprio ordine del giorno, poi approvato a maggioranza, che accoglie la richiesta del consiglio comunale aperto ma che evita, al tempo stesso, di citare dichiarazioni e promesse del passato e limitandosi ad indicare genericamente la necessità di individuare la collocazione del nuovo liceo ma senza scendere nel dettaglio.
“Dal documento del Pd sembra che gli ultimi 8 anni non siano neanche esistiti – ha detto Laura Cavallini di Immagina San Miniato – come se i ragazzi del liceo oggi si ritrovassero in questa situazione senza alcuna responsabilità. Oggi, invece, evitare di esprimervi sulla collocazione proprio perché questi 8 anni di immobilismo sono stati causati dai litigi sull’individuazione di quel luogo. Dovrebbe essere questo consiglio, in realtà, a dire dove e come realizzare il liceo, poi sta al sindaco e alla giunta far valere questa volontà in sede provinciale”.
“Sembra che tutto ci sia caduto tra capo e collo all’improvviso – ha aggiunto Chiara Benvenuti del movimento Cinque Stelle -. Quello che noto è la mancanza di un progetto complessivo sull’edilizia scolastica: la collocazione del nuovo liceo, infatti, rischia adesso di mettere in discussione l’idea stessa del popolo scolastico, perché se il liceo non viene fatto a San Miniato anche il Cattaneo in quel luogo non avrà più senso”.
Dura la posizione di Carlo Corsi (Forza Italia) per il quale il liceo “rappresenta la pagina più buia di San Miniato dal dopoguerra ad oggi”. “Nel 2008 è stata fatta un’operazione molto dubbia, andando ad acquistare un immobile che nessuno avrebbe acquistato. Anche l’amministrazione comunale ha avuto le sue responsabilità: chi era che amministrava il comune nel 2008 o nel 2009 quando fu comprato l’immobile all’interporto? Qualche amministratore non ha fatto quello che doveva fare. Io, al posto del Comune, c’avrei pensato un attimo prima di inviare tutto alla Procura della Repubblica”. Anche Alessandro Niccoli di San Miniato Possibile ha sottolineato i dubbi legati al trasferimento del liceo nel 2008, citando i pareri di un proprio tecnico rispetto alle conclusioni dello studio condotto all’epoca per conto della provincia: “Quello studio ha diversi punti deboli – ha detto Niccoli –. Adesso il futuro della scuola è a rischio perché gli studenti continuano ad andare altrove. Dobbiamo recuperare subito il progetto di SanMiniato città-scuola”.
Sulla scelta del luogo, invece, il gruppo Pd evita di esporsi per una localizzazione piuttosto che un’altra, anche se tutto lascia pensare che la direzione del liceo sia verso l’area di Fontevivo. “Il nuovo liceo – ribatte il capogruppo Spadoni – sorgerà sicuramente in una delle tre aree che il regolamento urbanistico individua per accogliere i poli scolastici: a San Miniato, San Miniato Basso o Ponte a Egola”. Spadoni ha quindi difeso la posizione dell’amministrazione comunale: “Perché il comune è vittima di questa situazione – ha replicato -. Sull’immobile acquistato a San Donato sono state prodotte delle certificazioni false. L’amministrazione però si è mossa subito per trovare una nuova collocazione al liceo, andando anche contro la Provincia, perché io sono sicuro che senza l’impegno dell’amministrazione la Provincia avrebbe pensato di chiudere la partita con il doppio turno al Cattaneo. Sulla scelta del luogo, invece, non possiamo dimenticare che il liceo non può prescindere da una programmazione comprensoriale e da una progettazione provinciale”.
L’assessore Chiara Rossi, infine, ha sottolineato l’impegno del comune, a fianco della scuola, per garantire l’autonomia del liceo Marconi. In base alla legge, infatti, al di sotto dei 600 iscritti la scuola rischia di perdere la presidenza ed essere accorpata ad un altro istituto. “Abbiamo incontrato l’assessore regionale Grieco per chiedere una deroga – ha spiegato – ed è stata molto disponibile. Siamo molto preoccupati per l’autonomia, ma stiamo anche lavorando per dare risposte certe e concrete in vista dell’orientamento”.