
Sono cominciati i lavori all’edificio di via Trento per liberare la struttura da ciò che era rimasto lì e poter così aprire il cantiere della provincia. A breve cominceranno i lavori veri e propri per rendere l’edificio idoneo ad accogliere i ragazzi del liceo Marconi. I tempi sulla carta sarebbero relativamente brevi. Dopo le vacanze di Natale gli studenti dovrebbero già entrare nella nuova struttura a La Scala e riprendere la loro attività scolastica con regolarità. Questa la buona notizia.
Intanto, però, il danno evidentemente è stato fatto. Continua, infatti, la perdita di iscritti che si spostano in altre scuole, sopratutto dalle prime e dalle seconde che, nell’incertezza del futuro, hanno scelto di cambiare liceo trasferendosi nelle scuole dei territori limitrofi: Empoli in primis, ma anche Pontedera, Fucecchio e Castelfiorentino. Al momento, i ragazzi che hanno lasciato il liceo del comprensorio sono almeno 18, con il rischio che possano aumentare ancora. Proprio domattina (21 novembre), infatti, è previsto una riunione interna alla scuola dove il presidente farà il punto sul numero di iscritti persi. Un dato importante per il futuro della scuola che si gioca sul filo dei numeri e che può significare la sopravvivenza in termini di autonoma del liceo. La scuola, infatti, rappresenta da sempre un presidio importante per il Valdarno dal punto di vista formativo e di conoscenza prodotta. Dalle aule del Marconi, del resto, è uscita parte della classe dirigente del comprensorio del Cuoio. “Alcuni genitori lamentano che i ragazzi che non riescono a studiare con il doppio turno – commenta il dirigente Luca Guerranti – ma nella vita bisognerebbe anche provare ad affrontare certe difficoltà. Non mancano, però, anche quei genitori che sostengono di aver sbagliato scuola e che in effetti iscrivono i figli a istituti tecnici o licei con indirizzi diversi. Noi riteniamo che la sede da La Scala sia un’ottima sistemazione, anche migliore della vecchia sede di San Donato. Perché onestamente non possiamo dire che negli ultimi otto anni andasse tutto bene. Magari non dovevamo arrivare a questi punti, ma io adesso ritengo che la nuova sede a La Scala sarà una soluzione ottimale per rilanciare il liceo anche in termini di iscritti”.
L’iniziativa dei docenti per salvare l’autonomia
Proprio per questo il corpo docente e il preside, dall’inizio della vicenda, stanno lavorando con estrema attenzione per garantire in futuro la sopravvivenza della scuola e della sua autonomia dopo le ultime vicende. Subito dopo la chiusura del liceo ad ottobre, infatti, una rappresentanza dei docenti ha incontrato il dirigente scolastico regionale, quello provinciale e l’assessore regionale alla scuola Cristina Greco. “Un incontro fondamentale – dicono i docenti – che ci ha dato la possibilità di illustrare la situazione in cui ci siamo trovati agli organi competenti”. Il problema sta tutto nel numero degli iscritti che il Marconi avrà al momento in cui si dovrà decidere del suo futuro, tra pochi mesi, a prescindere dalla questione della sede. Quando l’edificio di San Donato è stato chiuso, circa un mese fa, contava 602 iscritti, quando il numero minimo per garantire l’autonomia a termini di legge con una dirigenza scolastica è fissato in 600. In teoria, con la perdita degli ultimi iscritti, l’autonomia del liceo rischierebbe di essere compromessa, con la prospettiva di un accorpamento ad altre scuole. Un’evenienza a cui però sembra possibile far fronte, attraverso una deroga alle prescrizioni del ministero di cui i docenti hanno discusso con i responsabili degli uffici provinciali e l’assessore regionale.
La richiesta di una deroga
La richiesta è quella di una deroga alla legge per garantire al liceo una propria presidenza. Richiesta motivata dalla contingenza in cui la scuola si è venuta a trovare: “Noi – spiegano i docenti – abbiamo fatto presente questa situazione e abbiamo trovato disponibilità da parte dell’assessore regionale a valutare con estrema attenzione la questione dell’autonomia del Marconi per i prossimi anni. In sostanza chiediamo di tenere conto di quanto è accaduto, ricordando che la scuola avrebbe avuto i requisiti per andare avanti da sola con la propria autonoma se non si fosse verificato il problema dell’instabilità strutturale dell’edificio”. Un passaggio importante, anche alla luce della perdita di iscritti, che potrebbe essere il grimaldello per garantire al liceo una continuità in autonomia nei prossimi anni, anche se non dovesse raggiungere i pieni requisiti di legge in termini di iscritti. Un’operazione che è stato frutto anche dell’attaccamento che gli insegnati stanno dimostrando per una scuola che nel territorio rappresenta un unicum come esperienza decennale.
“Altro aspetto importante – continuano gli insegnati del liceo Marconi – di cui tenere conto per il futuro, è che se si dovesse andare verso logiche di accorpamento della dirigenza scolastica che comunque contiamo di evitare, nella prassi con cui vengono gestite queste operazioni il liceo verrebbe unito con un’altra scuola simile, quindi un altro liceo e non con altre scuole superiori con corsi di studio diversi”.
Il nuovo indirizzo linguistico
Insomma, uno spiraglio sembra esserci per il futuro del liceo nonostante le traversie dell’ultimo mese. La richiesta di una deroga, però, non è l’unica freccia nell’arco del Marconi. I docenti, infatti, sono decisi nonostante tutto a portare avanti il progetto di incrementare gli indirizzi. Progetto già pianificato prima che scoppiasse l’emergenza strutturale all’interporto. Il primo passo, se arriverà il via libera dell’Ufficio scolastico regionale, potrebbe essere l’attivazione di un nuovo indirizzo linguistico. Un’opportunità formativa in più, quindi, del tutto inedita per il Valdarno, che potrebbe essere lanciata a bereve per recuperare terreno in termini di iscritti.
La prospettiva del nuovo liceo
Intanto resta tutta da pianificare l’ipotesi (al momento niente di più), dell’edificazione una nuova scuola, dopo le rassicurazioni date recentemente anche dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Lotti. Proprio su questa ipotesi pende un problema sostanziale che nonostante la grande disponibilità e l’attenzione dimostrate dagli organi dal consiglio regionale e della stesso sottosegretario Lotti tra la realizzazione di un progetto alla reale costruzione di un nuovo edifico i tempi rischiano di essere lunghi e il liceo Marconi sembra avere tutto quello che serve per continuare a essere una scuola fondamentale per il territorio ma non può sicuramente permettersi lunghe attese per uscire da questa situazione.
Gabriele Mori