Carismi, proposta di Pve Capital, la Fondazione socio di minoranza

3 novembre 2016 | 11:24
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Carismi, proposta di Pve Capital, la Fondazione socio di minoranza

Un altro piccolo passo in avanti verso i salvataggio di Carismi, ma per il passaggio finale serviranno almeno altri 10 giorni. La notizia positiva è che dal fondo inglese Pve Capital, anche se con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia è arrivata l’offerta, nero su bianco per la ricapitalizzazione, nella giornata del 2 novembre. Il termine ultimo era stato fissato per il 31 ottobre il presidente Alessandro Bandini ha ricevuto il piano solo martedì. Un ritardo che non dovrebbe comportare particolari problemi , visto che il tutto è stato inviato anche alla vigilanza di Bankitalia che segue da vicino la vicenda.

E proprio nella giornata di domani è stato fissato un incontro tra gli uomini di Bankitalia e Pve Capital per analizzare l’offerta.
Assolutamente smentita invece anche da fonti vicine alla banca le voci che avrebbero voluto oltre a pve Capital anche investitori arrivati dai fuori Europa.
Veniamo ai numeri. Nei documenti il Fondo inglese specializzato nella gestione di situazioni anomale, avrebbe presentato un’offerta minima di 140 milioni di euro che può essere estesa fino a 160 milioni, come anticipato dal quotidiano finanziario ilSole24ore.
Un’immissione di liquidità nella banca Sanminiatese che però vale l’80 per cento della quote con una ‘scompaginazione’ dell’attuale assetto societario che vedrebbe Fondazione Carsimsi, Cattolica Assicurazioni e soci privati doversi ripartire solo il 20 per cento delle quote, in particolare la Fondazione si troverebbe a gestire una piccolo pacchetto che dovrebbe attestarsi intorno all’8 per cento. Nel pacchetto dell’offerta Pve Capital sarebbe previsto anche lo smaltimento dei crediti deteriorati che avrebbero un valore lordo sulla carta, che sia aggira intorno al mezzo miliardo di euro per un netto di poco inferiore alla metà. Nella pratica in termini grossolani le sofferenze della banca verrebbero rilevate da Pve Capital per poi essere gestite da operatori specializzati in grado di riconvertirle in crediti validi o comunque recuperare in tutto o in parte i crediti.
Un’offerta importante che forse era anche quella sperata dai vertici di Carismi. Prima però di parlare di operazione completata ci sono vari passaggi da fare, che richiederanno vari tempi. Il primo sarà quello con la vigilanza di Bankitalia che dovrà valutare l’offerta e capirne la consistenza e i nuovi assetti di carismi, poi ci sarà il passaggio interno nell’attuale compagine societaria e in fini una seri di passaggi tecnici che richiederanno tempo per questo sembra realistica l’ipotesi di 10 giorni di intenso lavoro prima di sciogliere i nodi.
Non solo, in questo scenario di nuovi assetti azionari bisognerà capire gli effetti su territorio di questo piano di salvataggio a cominciare dal ridimensionamento del ruolo della Fondazione che nei numeri diventerebbe minimo e sui livelli occupazionali. Carismi al momento conta oltre 650 dipendenti dislocati in oltre 80 sportelli tra le province di Pisa, Lucca, Massa, Livorno e Firenze.(g.m.)