Porcellini, invasione destinata a finire. Risposte dall’università

26 ottobre 2016 | 10:35
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Porcellini, invasione destinata a finire. Risposte dall’università

“Ci siamo attivati subito perché, anche se non possiamo intervenire su aree private, abbiamo ritenuto doveroso fornire tutto il nostro supporto ai cittadini e famiglie esasperate comprensibilmente dal fenomeno. Le persone hanno apprezzato molto il vademecum che abbiamo inoltrato alle diverse persone che hanno contattato l’ufficio ambiente per maggiori informazioni”. Lo ha detto il sindaco di Castelfranco di Sotto Gabriele Toti, facendo il punto sul fenomeno dei porcellini di terra, animali innocui, lo ricordiamo, ma che in grandi numeri possono rappresentare un notevole disagio.

L’amministrazione comunale si era subito mossa con specifici sopralluoghi e distribuendo un vademecum sul contenimento del fenomeno e norme di comportamento ai cittadini richiedenti. Il vademecum è stato possibile farlo grazie anche al contributo di ditte specializzate che hanno fornito preziosi consigli. Tuttavia, vista l’entità del fenomeno, l’assessorato all’ambiente ha attivato una collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa che ha analizzato in laboratorio al microscopio un campione di questi crostacei prelevati da una abitazione di via Quarterona nella campagna di Castelfranco. Grazie ad una serie di analisi sono cosi pervenute all’amministrazione alcune conferme ed importanti indicazioni che rendono il quadro molto più chiaro.
“Ringrazio molto il dipartimento di Biologia dell’Unipi – dichiara l’assessore all’ambiente Federico Grossi – e in particolare Giuseppe Montesanto con il quale siamo stati in stretto contatto in questi giorni. L’interessamento da parte dell’Università ci ha dato speranza nel comprendere maggiormente questo strano fenomeno, che continueremo a monitorare e su questo vogliamo assicurare tutti i cittadini. Esistono oltre 150 specie e sottospecie di questo particolare Armadillidium. Grazie alle analisi svolte sul campione in laboratorio possiamo affermare che si tratta di un’unica specie e non di più specie di Isopodi terrestrii e che il nome della specie è Armadillidium nasatum Budde-Lund, 1885. Il campione prelevato era formato da 4 maschi e 13 femmine, tutti adulti e nessuna delle femmine era gravida. Come possiamo immaginare questo non ci fa pensare a particolari periodi riproduttivi (che fra l’altro per questa specie sono concentrati in giugno e luglio e solo in particolari casi fino a ottobre) ma semplicemente a uno “spostamento” di individui già preesistenti che hanno trovato nella case, garage ed abitazioni un microclima adatto alla sopravvivenza. Condizioni quindi che nel loro habitat usuale erano evidentemente venute a mancare, essenzialmente per ragioni microclimatiche. La specie infatti è fortemente antropofila (ossia che crescono in ambienti profondamente modificati dall’uomo) e colonizza quindi facilmente ambienti con un basso grado di naturalità. Con l’arrivo dei primi freddi il fenomeno tenderà a scomparire. Nel frattempo è opportuno seguire i consigli già forniti dall’amministrazione”.

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