




“Siamo soddisfatti della riuscita della festa e ci scusiamo con coloro che hanno dovuto attendere per l’ingresso al ristorante”. Balconevisi è stata presa letteralmente d’assalto, lo scorso weekend, per la tradizionale Sagra del tartufo bianco e del fungo porcino. Una carica di buongustai, arrivati nella caratteristica frazione sanminiatese per assaggiare le prelibatezze della festa, anche a costo di lunghe e pazienti file.
“Crediamo che sia stata premiata la nostra perseveranza – dice Paolo Nacci, presidente dell’Us Balconevisi, organizzatore della manifestazione – nell’inseguire un progetto di Sagra legato esclusivamente alla promozione dei prodotti locali e del territorio. Noi pensiamo che negli anni le sagre abbiano preso la strada della cassa a tutti costi, perdendo di vista quello per cui sono nate. Balconevisi ha sempre sostenuto con forza la promozione del territorio e dei prodotti locali e tutte le iniziative della nostra sagra vanno in questa direzione”. La dimostrazione, del resto, è il successo della “Mangia longa al tartufo”, la passeggiata con pranzo al tartufo nei nostri boschi: lde iscrizioni per raggiunto limite massimo sono state chiuse già 15 giorni prima dell’inizio della manifestazione.
“Con questi risultati – aggiunge Nacci – crediamo sia lecito chiedere con forza ciò che in partenza osavamo solo sussurrare. Siamo a disposizione dell’amministrazione comunale e di tutte le istituzioni per realizzare un “Parco naturale delle colline toscane”. Pensiamo sia la soluzione ideale per valorizzare il prodotto tartufo, ma anche del fungo e di tutta la flora e fauna del nostro territorio che corre rischi sempre più gravi a causa dell’incuria e della mancanza di progetti per la salvaguardia del territorio.
Nel corso della festa, è stata anche inaugurata l’opera dei maestri forgiatori che hanno realizzato “Il cane da tartufo”: una splendida scultura in ferro battuto forgiata da mani esperte che hanno rappresentato il cane insieme all’immancabile “sbarrino” nel momento del ritrovamento del prezioso tubero. La scultura è stata collocata nella piazza 1 Maggio, con l’obiettivo di rinominarla “piazza del Tartufo”. Sarebbe la prima in Italia e darebbe il giusto riconoscimento ad una terra che vuole accogliere e valorizzare questo prodotto.
“Un doveroso ringraziamento – conclude Nacci – va a tutti i volontari che hanno lavorato alla realizzazione della sagra, perché con il loro lavoro fanno conoscere il nostro paese e la splendida cornice paesaggistica in cui siamo ubicati. Siamo gente fortunata, non dilapidiamo questo prezioso bene che è la nostra terra”.