
Sono tanti i futuri del liceo di San Donato e dei suoi studenti dopo la chiusura di ieri 20 ottobre (qui La Provincia chiude il Marconi: “Pericolo sulla tenuta dei solai”). Ce n’è uno, prossimo, che li vedrà impegnati nel doppio turno tra i banchi del Cattaneo, uno più lontano nel quale potrebbero tornare in zona interporto (non prima di Natale e solo nella migliore delle ipotesi) o nella sede de La Scala e un futuro più lontano, ancora da scrivere, un futuro che, secondo il sindaco Vittorio Gabbanini, ormai non si può più rimandare: “Ho individuato un terreno per costruire il nuovo liceo di San Miniato e ho aperto i contatti per l’acquisto”.
L’unica certezza, per ora, è il doppio turno nell’imminenza. “Per venerdì 28, dopo i controlli, avremo le idee più chiare” sostiene l’ingegnere Genoveffa Carluccio della Provincia di Pisa relazionando sulla vicenda nel primo incontro con i genitori della giornata, quello in sala del consiglio, nel comune di San Miniato. Le verifiche, ha spiegato ai rappresentanti dei genitori, sono ancora in corso e quindi è ancora difficile fare un quadro chiaro della situazione, ivi compresa l’imminenza dei prossimi giorni. Quello che si può fare, intanto, è fare una serie di ipotesi, da valutare a mano a mano che procederanno le verifiche. Sapendo che, precisa il dirigente, “Tutti i compiti saranno assegnati tramite il registro elettronico. Se poi dovesse mancare qualcosa faremo degli interventi di recupero. Nel frattempo il personale della scuola userà i locali in municipio come segreteria: mancano ancora alcuni docenti da nominare e vogliamo fare presto, senza fermarci”.
Tornare a San Donato
Secondo Carluccio, questa sarebbe “la migliore delle ipotesi”. Possibile solo se i controlli rivelassero danni limitati al solo sfondellamento (caduta di intonaco, non di parti strutturali) che, comunque, dovrebbero essere sistemati: il rientro nella struttura di San Donato, a quel punto, sarebbe comunque prevedibile per dopo Natale. Quindi, a quel punto, forse sarebbe opportuno terminare l’anno scolastico altrove.
Sistemarsi a La Scala
Al preside Luca Guerranti, “Questa struttura non mi dispiace – ci racconta -. Mi hanno detto che ha già ospitato una scuola. A me basta avere una scuola, che mi diano una scuola”. La proprietà ex Banca ora milanese del fabbricato de La Scala non ha ancora concesso la disponibilità al Comune, ma si è comunque dimostrata disponibile, tanto che questa mattina è già stato fatto il primo sopralluogo, al quale hanno partecipato amministratori, dirigente, vigili del fuoco e Asl. “L’edificio é chiuso da tre anni e quindi ci sono dei lavori da fare. Ho appuntamento per verificare meglio – ha detto l’ingegnere -. Insieme a dei professionisti, torniamo con calma e vediamo cosa c’è da fare. In questo fabbricato dobbiamo comunque fare dei lavoretti: impianto di riscaldamento, impianto elettrico, gli infissi con le pellicole anti sfondamento. Secondo me una settimana o due di doppio turno le dovrete fare, in attesa di finire i lavori a La Scala. Perché dei lavori, lì, ce li dobbiamo comunque fare”. Lunedì, intanto, dovrebbe essere allacciato il riscaldamento, così da verificare almeno quell’impianto, fondamentale nella scuola in inverno.
Se l’immobiliare dice no
E’ l’ipotesi peggiore e anche quella meno probabile, visto che la proprietà si è dimostrata disponibile. “Se i milanesi non ci danno questo immobile – ha spiegato Carluccio – c’è solo la soluzione del doppio turno al Cattaneo” fino a quando non si trovi un’altra strada. Ipotesi remota, secondo Gabbanini: “Perché noi abbiamo la Provincia e la prefettura che lavorano con noi”.
Da lunedì
Intanto, almeno per qualche giorno, l’unica strada percorribile è quella dei doppi turni: gli studenti di Cattaneo e Marconi saranno sui banchi del primo a orari alternati. Quali orari, però, è ancora difficile saperlo: a strettissimo giro, comunque, il preside dovrà contattare la Ctt Nord per il trasporto scolastico e riuscire a incastrare le disponibilità con le modifiche all’orario del Cattaneo, integrandoci dentro quello del Marconi e con l’incognita dei docenti ancora da trovare. Impresa titanica, a dirla, che in genere corrisponde a parte del lavoro estivo della segreteria e che, per questa volta, dovrà essere sbrigato in un paio di giorni. Qualche difficoltà, quindi, rischia di esserci, ma la situazione è d’emergenza e serve la collaborazione di tutti.
Genitori al Cattaneo
L’auditorium del Cattaneo, oggi, era davvero pieno di genitori e c’era anche qualche alunno. Erano arrabbiati, delusi, stanchi, sorpresi… ma soprattutto spaventati. “Sono lì da 8 anni, cosa sarebbe potuto succedere?” Chiedono e borbottano. “Non è successo niente perché appena c’è stato il sentore di pericolo, la scuola è stata chiusa. C’erano stati altri controlli, ma nessuno prima aveva chiuso la scuola” è, in sintesi, la risposta. Che non basta, però, perché calma la testa, ma non il cuore e la pancia finché una mamma chiede: “Fate del vostro meglio. Siamo nelle vostre mani, i nostri figli sono nelle vostre mani”. Le risponde l’assessore Fattori per prima: “Mio figlio frequenta la Prima, come il suo”. Poi il dirigente Guerranti: “Oggi è il mio compleanno. Qualche giorno fa ho salutato la segreteria. Mi hanno chiesto se venivo a San Miniato in questi giorni e io gli ho risposto: neanche morto. Sono qui da giorni e sarò qui finché il problema non sarà risolto. In cassa abbiamo trovato un po’ di soldi, 190mila euro, da usare per i vostri figli. Pensavamo ad altro (qui Rivoluzione Marconi, corso di cinese e grafica pubblicitaria), ma se servono ci sono”. L’applauso, a quel punto, è liberatorio. Restano i dubbi, le recriminazioni, le paure. Ma quel che si percepisce, nelle facce solo poco più distese, è la sensazione di avere una mano tesa. Da due persone, a dirla tutta, che di responsabilità ne avrebbero davvero poche: uno dirigente da qualche settimane e neppure residente sul territorio, l’altra assessore da pochi mesi. Che, certo, ne rappresentano anche altre, ma che erano lì.
In sala anche l’ex sindaco e professore dell’istituto Frosini. “Io questa assemblea – ha detto – l’ho già vista e pensavo di non rivederla. Invece siamo qui, a capire cos’è questa nuova tegola che ci cade in testa, per fortuna solo metaforicamente. Risolviamo l’emergenza e poi pensiamo alla costruzione del nuovo liceo”.
Elisa Venturi
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