La Madonna col Bambino e Santi torna al Museo diocesano

19 ottobre 2016 | 16:00
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La Madonna col Bambino e Santi torna al Museo diocesano

A novembre, dopo un lungo periodo di restauro, la tavola quattrocentesca di Neri di Bicci Madonna col Bambino e Santi proveniente dalla chiesa di San Giorgio a Canneto tornerà a casa. Una sorta di regalo, questo rientro, che il museo diocesano di San Miniato si fa per i 50 anni. “La collezione – spiega la direttrice del Museo Elisa Barani – si riappropria di uno dei suoi pezzi più prestigiosi così da rendere la visita delle sale del museo un’esperienza altamente significativa. Ringrazio ancora il presidente Mario Marinella per aver nuovamente confermato il sostegno al Museo Diocesano d’Arte Sacra della Fondazione”.

“Se in questi anni – prosegue la direttrice – il Museo Diocesano d’Arte Sacra di San Miniato ha intrapreso e percorso una strada di crescita nelle proprie funzioni di conservazione, restauro, esposizione e valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici, lo deve soprattutto alla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. Il ricco calendario della didattica museale dedicata sia alle scuole che al catechismo, le aperture dei poli culturali ecclesiastici (il Museo Diocesano, la Torre di Matilde e la collezione del Conservatorio di Santa Marta a Montopoli), le visite guidate in italiano e lingua straniera, la partecipazione agli eventi della Regione Toscana, a quelli dell’Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani, le convenzioni relative agli stage universitari, sono rese possibili grazie alla spiccata sensibilità della Fondazione per la cultura. L’obiettivo del museo è dunque quello di garantire la sopravvivenza ma soprattutto la fruibilità del patrimonio artistico del territorio sia per le nuove generazioni, che vivono ancora una fase di apprendimento e formazione, sia per quelle più mature che spesso non ne sono a conoscenza. In un periodo in cui la crisi economica sembra non attenuarsi, l’impegno della Fondazione al sostegno delle attività del territorio costituisce un distintivo motivo di merito diventando, di fatto, uno dei fondamentali interlocutori per gli enti culturali”.

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