
“La domanda di ammissione deve essere aperta a tutti, senza preclusioni, anche perché questa non conferisce alcun diritto. Soltanto in fase di assegnazione del bene l’amministrazione procede alla verifica dei requisiti necessari”. A dirlo è il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda, che nel consiglio comunale di ieri, 17 ottobre, ha rigettato così la mozione di ‘Ricostruiamo Santa Croce e Staffoli’ sull’assegnazione delle case popolari, definendo di fatto “inapplicabile” la proposta avanzata dal gruppo di apposizione.
Nella mozione, infatti, i consiglieri di Ricostruiamo avevano chiesto di ritenere inammissibili le richieste di quei cittadini stranieri che non fossero stati in grado di dimostrare, attraverso documenti prodotti dal proprio paese di origine, di non essere proprietari di immobili o altri redditi all’estero. Un modo, questo, per ovviare al problema delle autocertificazioni, che ovviamente lascia aperta la possibilità di dichiarazioni fasulle difficili da verificare, specialmente quando si parla di proprietà detenute all’estero. Una soluzione inapplicabile, tuttavia, a detta di Deidda, dal momento che “in fase di apertura del bando – ha detto il sindaco – la domanda di ammissione al concorso, tranne le eccezioni previste per legge, deve essere aperta a tutti nella forma stabilita dalla pubblica amministrazione e legalmente riconosciuta. Il Comune, perciò, procede in fase di assegnazione del bene e prima dell’attribuzione del diritto, alla verifica della permanenza dei requisiti e dunque anche del possesso o meno di beni immobili da parte dei richiedenti, siano essi cittadini italiani, comunitari o extracomunitari, riservandosi di accedere a tutta la documentazione necessaria. Si tratta, peraltro, dello stesso procedimento adottato in qualsiasi procedura pubblica”.
Gli ultimi provvedimenti
Allo stesso tempo, proprio per rispondere alle necessità di trasparenza e legalità, il primo cittadino ha ricordato le novità introdotte con il nuovo regolamento del 2015 e gli ultimi provvedimenti adottati: “Dal marzo 2015 – ha ricordato – è stato approvato e applicato il nuovo regolamento per l’erogazione dei contributi al disagio abitativo, che prevede regole più rigide di accesso e precisi vincoli per le erogazioni. l risultati di questo cambiamento ci sembrano positivi, dal momento che si è registrato un incremento delle famiglie aiutate, con un consistente numero di nuovi accessi: 60 nel 2015 e 44 nei primi 10 mesi del 2016. Sul tema dei controlli, invece, il nostro comune è tra i pochissimi in tutta la provincia di Pisa ad aver aderito al sistema regionale “Tosca”, che permette di incrociare 17 banche dati per verificare le posizioni degli assegnatari di alloggi Erp. È inoltre attiva una collaborazione con la Guardia di Finanza per trovare strategie comuni di verifica di residenze e redditi. Inoltre, è stato approvato il “Nuovo regolamento comunale per l’individuazione delle modalità di assegnazione degli alloggi di Erp”, redatto congiuntamente dai comuni della Società della Salute deò Valdarno Inferiore”.
Deidda a ‘Ricostruiamo’: “Solo questione politica”
Il sindaco, infine, ha anche ricordato che “su questa materia, la Regione Toscana sta lavorando su un ulteriore testo di legge a riprova di quanto la materia sia complessa e in divenire”. “Dalla discussione emersa durante il consiglio comunale – conclude Deidda – è evidente come la questione sollevata sia puramente politica. Ci chiediamo, quindi, se al gruppo di “Ricostruiamo Santa Croce e Staffoli” stia veramente a cuore la legalità delle procedure o se si tenti apertamente di privare una parte della nostra cittadinanza di uno dei diritti fondamentali”.
L’analisi e la posizione dei Cinque Stelle
Una bocciatura alla proposta di ‘Ricostruiamo’ è arrivata anche da Luca Mazzantini del movimento Cinque Stelle, in quanto si “rischierebbe di ledere il principio di uguaglianza”, pur riconoscendo però l’impossibilità di verificare concretamente il possesso di immobili all’estero, sia da parte di cittadini italiani che extracomunitari. “Il problema e le preoccupazioni sollevate in questa mozione sono comprensibili, ed è auspicabile che ci sia uno sforzo da parte di questa amministrazione per poter avere accesso alle informazioni necessarie per la verifica di eventuali proprietà dei soggetti stranieri, almeno nel loro paese di origine, che dovessero risultare assegnatari di alloggi Erp. In realtà, tuttavia, il decreto della presidente della Repubblica 445 del 2000 ritiene valide le autocertificazioni per tutti i cittadini dei paesi dell’Unione Europea, mentre per i cittadini di altri stati, le ritiene valide per quanto riguarda i fatti certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici italiani. Quindi l’autocertificazione (anche dello straniero) è valida quando lo stesso dichiara di non possedere beni immobili in Italia. Per quanto riguarda, invece, il possesso di beni immobili ad uso abitativo all’estero, questa è una condizione praticamente impossibile da verificare e controllare sia per i cittadini italiani sia per i cittadini stranieri”.
“Mentre per gli italiani e per i cittadini di stati membri dell’Unione europea – ha proseguito Mazzantini – il dpr 445 consente di ritenere valide le autocertificazioni anche in riferimento al possesso di immobili all’estero, ciò invece è precluso in riferimento al cittadino extracomunitario. Tuttavia quest’ultimo non ha, in concreto, alcuna possibilità di dimostrare di non avere il possesso di immobili all’estero. Infatti, anche se il cittadino non europeo si facesse rilasciare l’attestato che certifica l’assenza di proprietà immobili ad uso residenziale nel suo paese di origine, da parte della propria ambasciata, cosa che tra l’altro non credo rientri tra le sue competenze, ciò non sarebbe sufficiente perché a norma della legge regionale 96 del 1996, egli dovrebbe dimostrare di non avere proprietà anche in tutto il resto del mondo. Questo, di fatto, è impossibile. E anche se venisse richiesto arbitrariamente di certificare solo la situazione nel suo paese d’origine (come è previsto ad esempio anche nel regolamento del comune di Firenze), questa sarebbe comunque un impedimento che di fatto impedirebbe la partecipazione al bando, costituendo una causa di discriminazione indiretta”.
“Poiché, per il testo unico sull’immigrazione 286 del ’98, articolo 40, deve essere garantita la parità di trattamento per tutti i cittadini, italiani e stranieri, nei bandi per l’assegnazione delle case popolari – ha aggiunto il consigliere Cinque Stelle -, risulta evidente che non ritenere valida l’autocertificazione solo per lo straniero equivarrebbe ad evitare la partecipazione di qualsiasi cittadino non europeo, violando la legge e il principio di uguaglianza stabili dall’articolo 3 della Costituzione. Questo significa, a nostro avviso, che in tutti i comuni nei quali è presente tale condizione, le persone che si vedessero escludere dalla possibilità di partecipare al bando, potrebbero fare ricorso, e, viste anche altre sentenze simili in materia di discriminazioni dirette e indirette per la partecipazione a tali bandi, presumiamo che il ricorso sarebbe verosimilmente accettato”.
Controllare i controlli
“Detto questo, pertanto – ha concluso Mazzantini -, anziché cercare di forzare l’interpretazione delle leggi, riterrei più opportuno un confronto tra le forze politiche, allo scopo di capire innanzi tutto come vengono svolti i controlli sugli assegnatari degli alloggi e allo stesso tempo richiedere uno sforzo mirato a rendere tali controlli più efficaci, magari cercando, ad esempio, la collaborazione con le ambasciate dei vari paesi o qualsiasi altra iniziativa che possa rivelarsi utile allo scopo”.