


“E’ venuto il momento di andare dai Carabinieri, non possiamo essere ostaggio delle Poste”. Ha perso la pazienza Giorgio Agnesini, castelfranchese che da tempo risiede a Santa Maria a Monte e da marzo scorso ha casa in via Panicaccio, dove l’arrivo di ogni lettera è visto come un evento.
A “far partire l’embolo” come si suol dire, l’ennesimo grave caso di non ricezione di una lettera: nello specifico una bolletta con gli annessi solleciti, fino alla vigilia del distacco della luce. “Ci hanno già depotenziato il contatore, domani vengono a staccarci la corrente elettrica e ci ritroviamo tutti e cinque, io, mia moglie e tre figli, senza luce. E ho scoperto di dover pagare una mora: dagli 80 euro dovuti siamo già a 120 e a me questi soldi chi li restituisce? Da mesi litigo con le Poste”. Di qui la decisione di fare un giro nel capoluogo e denunciare l’ufficio postale locale, reo di non garantire il servizio in una strada in parte pubblica, in parte vicinale, che si dirama appunto da via Panicaccio, in località Falorni. Una strada difficile, sterrata e sconnessa, alla quale alcuni portalettere proprio non si vogliono accostare. “Sono andato varie volte all’ufficio postale di Santa Maria a Monte, una volta mi fanno parlare con una persona, un’altra volta con un’altra, poi col direttore… l’esito è sempre lo stesso. L’ufficio scarica la responsabilità sul postino, che non vuole rischiare di cadere col motore. Il risultato è che noi riceviamo le lettere a periodi alterni; quando questa zona è coperta da uno dei postini più giovani riceviamo qualche lettera, in tutti gli altri periodi no e stavolta c’è scappata la multa non pagata. Mi sono già informato in caserma e mi hanno detto di ripassare per sporgere denuncia, voglio andare fino in fondo”.
Sullo sfondo, lo stato di una strada sul cui statuto in pochi sanno dire qualcosa di definitivo: per alcuni è privata, per altri è pubblica, per altri ancora si tratterebbe di una strada un tempo tracciata abusivamente, ma ormai attraversata dall’acquedotto e collegante diverse abitazioni e famiglie, che oggi condividono una sorte fatta di corrispondenza intermittente, allagamenti e disagi “a grana grossa” come i ciottoli che la cospargono. Una via, che in molti punti sembra più idonea ai trattori che alle auto. “Un tempo il comune dava un contributo per situazioni del genere: pubblico e privato si mettevano insieme per ripristinare periodicamente la via, le canalette di scolo, ed impedire che al centro della carreggiata si formasse una fossa, adesso siamo abbandonati – racconta un’altro noto residente di via Panicaccio, Alfonso Cuoco. – Molti di noi sono andati in comune a segnalare la situazione, ma ci dicono che è privata ed anche nell’ipotesi di un contributo dovremmo intraprendere una lunga procedura, consorziarci, condividere le spese ecc…“. Qualcuno dei residenti, però, ha fatto redigere un progetto. “Un progetto c’è, ma non c’è la volonta del comune di venirci incontro – dice Cuoco – intanto qui i disagi si moltiplicano, ultimo quello della posta. Siamo costretti quasi tutti i giorni a venire all’ufficio postale a recuperare le nostre lettere”.
Nilo Di Modica