Officine Ristori, 63 esuberi. I sindacati dal sindaco Parrella

19 settembre 2016 | 10:12
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Officine Ristori, 63 esuberi. I sindacati dal sindaco Parrella
Officine Ristori, 63 esuberi. I sindacati dal sindaco Parrella
Officine Ristori, 63 esuberi. I sindacati dal sindaco Parrella
Officine Ristori, 63 esuberi. I sindacati dal sindaco Parrella

Sono in tutto 63 gli esuberi alle officine Ristori di Montecalvoli. A comunicarlo, pochi giorni fa, erano stati gli stessi vertici dell’azienda, nel corso di un incontro richiesto dai sindaclisti per cercare di rivedere al ribasso la quota dei licenziamenti in arrivo. Un colpo pesantissimo, invece, quello che si profila per i livelli occupazionali e per la situazione generale dell’indotto Piaggio. Situazione più mai precaria, come spiegato questa mattina dai sindacati anche nell’incontro con il sindaco di Santa Maria a Monte Ilaria Parrella, decisa adesso a convocare un tavolo d’area con i sindaci della Valdera.

Il caso delle Officine Ristori, del resto, non è che la conseguenza di una trattiva condotta da anni per superare le difficoltà dell’azienda. Trattativa che nel 2014 aveva portato ad un accordo tra azienda, sindati e regione Toscana per “traghettare” la forza lavoro dell’impresa con un piano di ammortizzatori sociali di durata biennale. Ai base all’accordo, allo scadere dei due anni (il 5 ottobre 2016) l’azienda qvrebbe potuto “alleggerire” la propria forza lavoro fino ad un massimo di 63 unità. Nella filosofia di quell’intesa, però, l’obiettivo era quello di guadagnare due anni di tempo per sperare nel frattempo in un allentamento della crisi, ma soprattutto in un piano di rilancio delle Ristori che permettesse di limitare i licenziamenti solo a poche decine. E’ così che la rappresentanze di Fiom Cigl e Uil Uilm erano tornate pochi giorni fa negli uffici della Ristori, per capire quali fossero le intenzioni dell’azienda. In quell’occasione, invece, i vertici di Ristori hanno fatto sapere di essere intenzionati a far valere l’accordo fino in fondo, usufrendo dei 63 esuberi previsti nel 2014, senza alcun ridimensionamento ad eccezione di due prepensionamenti.
Sul tavolo restano quindi 61 persone destinate ad uscire dall’azienda, su un totale di 110 dipendenti, di cui solo un’ottantina operai. Da qui l’allarme dei sindacati, che hanno comunque chiesto all’azienda i documenti per conoscere i bilanci e prospettive dell’impresa, incontrando questa mattina gli operai in assemplea. “Stamani abbiamo deciso di coinvolgere le istituzioni e i media per testimoniare la gravità della situazione. Così siamo venuti su in municipio”, dice il segretario provinciale Fiom Marco Comparini, arrivato in comune insieme a Stefano Benvenuti (Fiom) e ai colleghi della Uilm Benedetto Benedetti e Samuele Nacci.
“Sulle officine Ristori c’è in ballo un accordo – dice Comparini – e noi crediamo ovviamente che gli accordi debbano essere rispetti. Ma crediamo anche di avere il diritto di sapere da dove nascano 63 esuberi rispetto al fatturato e alla quantità di lavoro dell’azienda, per capire se possiamo ridimensionare quella cifra. Due anni fa, quando fu siglato l’accordo, c’era la speranza di raggiungere 3 condizioni che invece non si sono verificate. Innanzitutto speravamo in un allentamento della crisi he, non solo non c’è stato, ma adesso è pure aggravato dalla riduzione degli ammortizzatori sociali del Joc Act. Allo stesso tempo, la Piaggio ha continuato sempre più a delocalizzare, mentre la Ristori non ha fatto la propria parte per provare a diversificare e non dipendere più solo da Piaggio”.
“In nostro obiettivo, adesso, è quello di aprire un tavolo per provare a fermare questa emmorgia – aggiunge il segretario Uilm Benedetto Benedetti -. Anche i sindaci e la Regione devono sapere che occorre fare squadra, anche perché gli ammortizzatori sociali adesso non ci sono più”. “Senza dimenticare che la Ristori è solo la punta di un iceberg – afferma Stafano Benvenuti della Fiom – perché Piaggio ha fatto la scelta di cancellare alcuni prodotti senza sostituirli. Se questa è la tendenza è chiaro che l’indotto muore”.

Quale futuro dopo i licenziamenti?
E’ anche e soprattutto il futuro delle Ristori, però, a preoccupare fortemente i sindacati. “Se un’azienda licenzia 63 dipendenti su 110 – sottolinea Benvenuti – ci chiediamo da giorno dopo in quell’azienda cosa si farà. E’ una domanda che abbiamo fatto ma senza ottenere risposta”. “Due anni fa – ricorda Samele Nacci della Uil – anche il governatore Rossi si era impegnato a parlare con Piaggio per provare a cambiare qualcosa. Il coinvolgimento delle istituzioni, locali e regionali, serve soprattutto a questo, per ricominciare a parlare del fatto che Piaggio sta dimettendo tutto e non appiamo quale sarà il futuro. Senza dimenticare che all’epoca, la cifra di 63 alle Ristori nasceva in realtà da un conto economico, mentre una stima realistica dei licenziamenti, fatta a voce, non superava i 45”.

L’iniziativa di Parrella
Dal canto suo, il sindaco di Santa Maria a Monte Ilaria Parrella, annucnia quindi l’intenzione di convocare un tavolo d’area: “Due anni fa il nostro Comune lavorò in sinergia con quello di Pontedera – ricorda – raggiungendo insieme all’assessore regionale Simoncini un ottimo accordo. Vediamo se ci sono le condizioni per riaprire un percorso che ci ha dato un po’ di respiro, perchè questa situazione ci preoccupa. Sessantatre persone sono 63 famiglie”.

Giacomo Pelfer