
Sono proprio giorni difficili per i cittadini di Castelfranco di sotto soprattutto per quelli che vivono nella zona compresa tra la Francesca Bis e il centro storico. Dopo l’incendio le cui conseguenze per l’ambiente circostante non sono ancora state accertate da Arpat, arriva ‘il puzzo’. Sempre nella stessa zona e ad avvertire prima i fumi del rogo e poi le maleodoranze sono sempre gli stessi cittadini che hanno scelto di vivere in quella zona.
Ad dare comunicazione ufficiale della maleodoranze che da venerdì scorso, nella serata, si susseguono nella zona della Francesca Bis è il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti attraverso il suo profilo facebook , come se i socialmedia rappresentasse uno strumento di comunicazione ufficiale legalmente riconosciuto, ma ormai la consuetudine in barba a protocolli e leggi è questa, peccato che in Italia il diritto consuetudinario il più delle volte non è recepito dalla legge.
Comunque sia la situazione descritta dal sindaco è bene nota ai cittadini che da anni in modo ciclico hanno a che fare con questo problema della maleodoranze in primo luogo fastidioso per la qualità della vita. Il primo cittadino dice di avere richiesto l’intervento di Arpat per tutelare la salute dei residenti e nella notte scorsa i tecnici dell’agenzia regionale si sarebbero recati a Castelfranco per fare un sopralluogo, che avrebbe individuato la fonte dei cattivi odori, ma al momento non è ancora stata ufficialmente resa nota.
Sul fronte incendio invece, che sembra essere un evento non collegato alle maleodoranze invece, dopo che la nube marrone sprigionatasi dalla combustione di rifiuti in fase di lavorazione si è diretta verso Castelfranco di sotto, secondo quanto riferito dalle fonti ufficiali, e dopo che i sindaci hanno esorto i cittadini a non consumare frutta e verdura coltivata nella zona, dando solo un’indicazione guardando si bene dall’emettere atti ufficiali, si attendono gli esami di Arpat, che domani lunedì 11 settembre andrà a campionare le coltivazioni per capire quali polveri e composti chimici vi si sono depositate, a distanza di oltre 48 ore dal rogo. Per correttezza da ribadire che dalla combustione al momento potrebbe anche non essersi sprigionate sostanze dannose per la salute, ma siamo nell’ambito della ipotesi senza le valutazioni scientifiche di Arpat che si spera arrivi quanto prima.