Dai big della musica al 2000, l’agosto della Patata Fritta

15 agosto 2016 | 14:14
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Dai big della musica al 2000, l’agosto della Patata Fritta
Dai big della musica al 2000, l’agosto della Patata Fritta
Dai big della musica al 2000, l’agosto della Patata Fritta
Dai big della musica al 2000, l’agosto della Patata Fritta
Dai big della musica al 2000, l’agosto della Patata Fritta
Dai big della musica al 2000, l’agosto della Patata Fritta

Era la regina dell’estate, e poche sagre in zona potevano competere con lei. Perchè la tradizione, d’agosto, è da sempre di casa a Santa Maria a Monte, almeno dal 1976. Tanto è infatti passato da quella prima edizione che consacrò il prodotto tipico per eccellenza delle colline santamariammontese, la patata, di varietà Monnalisa, da prepararsi fritta.

Un prodotto comune che fra le colline del paese, in particolare nelle località di Pregiuntino, Falorni, Le Fontine, in quel lembo di terrà che intercorre fra il centro e l’area delle cerbaie e Cerretti, trova da sempre il suo sito naturale per venir su al meglio. Una questione di gusto, certo, ma che in realtà deve la fama dei santamariammontesi in qualità di “patatai”, come da sempre sono definiti nel comprensorio (a dispetto di “seggiolai”, “pellai” e via dicendo) al clima delle colline ed alla loro capacità di portare a maturazione il tubero diverse settimane prima rispetto al resto delle coltivazioni in pianura. Fu, questa, originariamente, la fortuna del piccolo comune, i cui produttori inondavano fin dall’800 i mercati di Livorno, Pisa, Firenze di patate ben prima che arrivassero quelle delle intense coltivazioni delle aree pianeggianti ed atte ai grandi numeri. Primizie quindi, che in un epoca ancora aliena alla coltivazione intensiva ed avanzata fecerò si che il nome di Santa Maria a Monte venisse associato alle patate.

Fu proprio dietro a questa tradizione e alla nomea che ne derivò per gli abitanti del paese che nel 1972 naque la Sagra, sulle ceneri di quella Fiera dell’Assunta. “Nacque al circolo Acli di Piazza della Vittoria – ricorda Alberto Fausto Vanni, che nei primi anni ’70 fece parte del primo comitato organizzatore ed oggi ci ha gentilmente messo a disposizione le foto del suo archivio. – La tradizionale Fiera dell’Assunta era in decadenza e questo gruppo di amici, per dare nuova vita alla manifestazione, s’inventò la Sagra della Patata Fritta. La patata era da sempre un prodotto cult di Santa Maria a Monte e di Cerretti. Fu fondato il comitato e da lì partì l’avventura. Sempre in quegli anni nasceva la banda folkloristica “La Montesina”. Questi due fenomeni culturali, insieme, fecero centro e dettero nuova vita al paese”.

Il padellone, largo quasi 2 metri fu fin da subito il protagonista assoluto della manifestazione, intorno alla quale tutto il paese veniva coinvolto a vario titolo, come volontario in cucina, alla frittura, a servire ai tavoli o nella lunga preparazione degli stand. Lavoro certosino di falegnameria e pazienza, la sagra era qualcosa di solo lontanamente paragonabile a ciò che si svolge al giorno d’oggi. Dalle prime edizioni, quando tutti gli stand vennero costruiti in legno, ognuno con la sua facciata dipinta a presagire il tema del banchetto, alle tante edizioni che sul palco centrale, addossato alla salita della Rocca, ebbero come protagonista la miniatura del paese, che faceva bella mostra di sé in legno e tempere. “Fu un escalation fino a metà anni 80” racconta Vanni. “Con cantanti a livello nazionale come Mino Reitano, Gianni Morandi, Claudio Villa, Luciano Tajoli, Rita Pavone, Giovanna, Jimmy Fontana”.

Manifestazione che col tempo, complice anche quella sana competizione fra paesi e frazioni che in Toscana non manca mai, ha di fatto contribuito a far nascere altre iniziative collaterali. Una di queste fu il palio del carretto, che vide la luce nel 1987. Una corsa “ecologica”, senza motori, con partenza dalle scuole medie fino a fondo a via Costa, che vide la nascita di un piccolo e agguerrito gruppo di corridori, che durante l’anno partecipavano a varie manifestazioni simili in giro per l’Italia e poi, nei giorni della Sagra, ospitavano i loro “colleghi” alla corsa nostrana.

Uno spirito che col tempo è andato affievolendosi sempre più: finito il Gran Premio del Carretto, anche la Sagra fra anni ’80 e ’90 entrò in crisi, per essere poi ripresa nel 2002. Nel mezzo, tanti tentativi di recupero dei fasti, costellati da forme di promozione del prodotto tipico e dei piccoli produttori attraverso la nascita di consorzi e loghi mai decollati del tutto, qualche successo come la sperimentazione verso prodotti nuovi e ancora poco sfruttati come la marmellata ed il gelato alla patata, e qualche polemica per gli anni in cui le patate, aquistate da fuori comune per garantire l’ingente consumo della Sagra, non si sono rivelate di prima qualità, complice anche una cattiva annata. Negli ultimi anni, poi, le critiche all’uso dell’olio di palma.

Manifestazione che comunque, dopo le annate “al lumicino” degli ultimi anni, tenta il rilancio in questa edizione numero 46 (dal numero che ne conta l’attuale Comitato ma che, peraltro, confligge con la nascita nel ’72…). Le patate, anche per volere esplicito dell’amministrazione patrocinante, provengono tutte dal comune e sono coltivate dai volontari del Comitato, come si faceva un tempo. Uno svecchiamento che passerà quest’anno da una nuova distribuzione dei banchi e del ristorante, non più dietro il comune ma direttamente in Piazza della Vittoria, ma anche da alcuni degli ospiti chiamati a suonare, onde superare il sempiterno prevalere del ballo liscio, fra cui “I Supramonte” il 18, una delle migliori cover band di De Andrè su piazza e Cecco e Cipo il 19, affiancati ai più tradizionali Gianni Giannini, il 20 o alla tombolona del 22.

Nilo Di Modica