Il battello sull’Arno non arriva più: ‘Bisognerebbe dragare’

15 luglio 2016 | 11:03
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Il battello sull’Arno non arriva più: ‘Bisognerebbe dragare’

“Non è un problema di attrezzature: il pontile a Castelfranco c’è già. Sono le condizioni stesse dell’Arno ad ostacolare la navigazione tra Pontedera e il comprensorio”. È l’assessore all’ambiente Federico Grossi ad intervenire per spiegare le ragioni che hanno portato, almeno per adesso, ad abbandonare il progetto di prolungamento della navigazione sul fiume fino a Castelfranco.

Un progetto tentato nel 2013, nella seconda metà di settembre, quando per due vuole il battello partito da Pontedera arrivò fino all’attracco realizzato alla vecchia pescaia del Callone. Un esperimento subito abbandonato l’anno successivo, quando il battello è tornato a solcare le acque tra Pontedera e La Rotta, senza più spingersi verso le sponde del comprensorio. Ieri mattina, a margine del varo della navigazione 2016, il comandante del battello, Mario Mannucci, aveva sottolineato la necessità di maggiori attrezzature anche nei comuni del Cuoio, in modo da ritentare ancora una volta l’esperienza di tre anni fa.
“Non è assolutamente vero” dice l’assessore Grossi, precisando che l’origine dei problemi sta tutta nel complicato fondale che caratterizza l’Arno: “Nel tratto compreso tra San Donato e il campo di gara di pesca a Castelfranco – spiega Grossi – ci sono dei punti in cui il fondale non va oltre il mezzo metro di profondità, mentre il battello ‘pesca’ per oltre un metro. Quando facemmo la navigazione tre anni fa restammo incagliati diverse volte e in vari punti, costringendo il comandante a manovre complicate. Nell’occasione, il comune di Pontedera fece anche un rilievo del fondale: emerse che fra Pontedera e La Rotta la profondità oscilla tranquillamente fra i 3 e i 5 metri, mentre tra il ponte di Castelfranco e il Callone si va addirittura dai 5 ai 10. Il problema è tra San Donato e Castelfranco, dove in alcuni punti il fiume potrebbe essere attraversato a piedi. Quindi è inutile parlare di mancanza di attrezzature”.
È naturale chiedersi, tuttavia, se il progetto sia da considerarsi completamente abbandonato: “Lo scorso anno abbiamo affrontato più volte il problema con il comune di Pontedera – riprende Grossi –, la soluzione sarebbe quella di studiare il fondale e provare a tracciare un percorso con le boe”. Un fondale, però, che di anno in anno tende a modificarsi: la soluzione definitiva sarebbe quella di dragare il fiume, a dispetto però di tutte le difficoltà legate allo smaltimento dei fanghi. “Dragare l’Arno avrebbe dei costi esorbitanti – dice Grossi – senza dimenticare il problema dei fanghi. Tuttavia, se la regione decidesse di rendere fruibile la navigazione sull’Arno per fini eco-turistici, noi ovviamente ci siamo e siamo pronti a collaborare”.

Giacomo Pelfer