
Fa discutere la cena organizzata lo scorso mercoledì, 6 luglio, alla cosiddetta Cappellina di San Miniato (leggi qui Cena alla Cappellina, via alle iscrizioni), il sacrario di Santa Maria al Fortino a fianco dell’Itc Cattaneo. A parlare di una “mancanza di rispetto” per quel luogo, dedicato ai caduti in guerra, è il sanminietse Mario Rossi, per tutti “Maglietta”, attraverso una breve lettera che riportiamo di seguito integralmente. Una posizione, quella di Rossi, che pur riconoscendo il valore e lo spirito positivo dell’iniziativa, suggerisce per il futuro di individuare un altro luogo, o quanto quanto meno di limitarsi ad usare lo spazio esterno e non il sacrario.
“Sono “Maglietta” un collinese e l’anima di quella parte di San Miniato me la porto ancora dentro pur abitando da anni al Pinocchio. Vedere il Sacrario di Santa Maria a Fortino usato per scampagnate mi fa male e non solo a me. Altri collinesi che ho incontrato sono disgustati e insieme abbiamo ricordato quando bambini i nostri genitori non ci permettevano neppure di giocare nello spazio attorno alla Cappella perchè, ci dicevano, lì ci sono i morti e i morti vanno rispettati. Ho voluto capire perchè sia cambiata tanto l’approccio verso quel posto ove ora riposano 36 caduti in guerra e le persone che ho incontrato mi hanno dato solo delle giustificazioni superficiali e non convincenti sia pure che il desiderio, la voglia di socializzare e passare delle ore in allegria sia una manifestazione di vivere civile. Ma si può fare altrove: San Miniato non manca di spazi idonei! Provocare disappunto e dispiacere nelle persone che lì hanno sepolti i propri congiunti è motivo più che sufficiente per cessare questa brutta abitudine e per non concedere l’uso del Sacrario, da parte della Misericordia e del Comune. Non c’è troppo da meravigliarsi se poi dei ragazzi si divertono a usare i trecenteschi muri della Cappellina come pagine di un vecchio libro da scarabocchiare: la mancanza di rispetto per quel posto, che in definitiva è un cimitero, passa anche dalla percezione che si trasmette trasformando un luogo di memoria sacra, in uno spazio di svago”.