



Il trentennale del Palio dei barchini è già in archivio. Un’edizione senza dubbio sui generis, destinata ad essere ricordata probabilmente attraverso due immagini indelebili: la grande gioia dei ragazzi di San Bartolomeo da un lato e l’interminabile mattinata di pioggia dall’altro, che alla fine ha costretto ad un palio “monco”, rimasto orfano della sua sfilata storica e di quasi un terzo degli spettatori alle corse dei barchini.
Il rimpianto della sfilata: impossibile fare diversamente
L’immagine che resterà sarà quella dei figuranti costretti a restare al riparo delle contrade: centinaia di persone vestite nelle fogge più disparate, pronte a dar vita ad uno spettacolo che nessuno vedrà mai. Per un palio come quello di Castelfranco è una perdita tutt’altro che trascurabile, in una manifestazione dove il coinvolgimento e la partecipazione si sono sempre alimentati attraverso la sfilata, come dimostrato fin dalla primissima edizione di trent’anni fa. Ad ogni modo, sono state le stesse contrade a decidere per l’annullamento: impossibile fare diversamente quando in ballo ci sono abiti, mezzi e strumenti presi a noleggio. A chi dice che le contrade sbagliano ad accollarsi certe spese, occorre ricordare che la sfilata è preparata con mesi di anticipo e con la consueta volontà di stupire, pur nella consapevolezza di poter andare incontro alla “lotteria” del maltempo. In trent’anni di palio, comunque, restano soltanto tre le edizioni funestate dalla pioggia, anche se quella del 2016 è la prima nella quale non è stato possibile né iniziare né recuperare la sfilata, come avvenuto nel 2000 e nel 2008.
Il calo di pubblico in piazza: manca un terzo degli spettatori
L’effetto del maltempo probabilmente si è fatto sentire anche sullo spettacolo dei barchini, unito ovviamente alla grande incertezza che ha continuato a regnare fino alle 16 del pomeriggio, con le contrade rimaste schierate fino all’ultimo sulla linea del rinvio. Alla fine, il pomeriggio in piazza Garibaldi ha inevitabilmente pagato il suo prezzo, lasciando dei “vuoti” di pubblico lungo il circuito che raramente si erano visti nelle ultime edizioni. I giovani delle contrade hanno subito risposto (e lo avrebbero fatto comunque) riversandosi in pochi minuti ai cancelli, mentre a mancare sono stati forse gli spettatori più “tiepidi” del palio. A dirlo del resto sono proprio i numeri: circa 2mila i biglietti staccati domenica, contro una media che negli ultimi anni si era aggirata intorno ai 3mila spettatori con un picco massimo di circa 4mila nel 2007. A dare un ulteriore colpo d’occhio in negativo, poi, al pubblico di piazza Garibaldi, ha contribuito anche la decisione di tenere le curve vuote, libere per garantire il passaggio dei mezzi di soccorso, togliendo alle quattro contrade gli storici “covi” del tifo che negli anni avevano regalato una bellissima cornice di pubblico e di colori alle corse dei barchini. È chiaro che la sicurezza viene prima di tutto, ma sono in tanti a chiedere per il prossimo anno di studiare una soluzione alternativa: vedere le foto dei barchini alla partenza con alle spalle il vuoto, o dei rematori che affrontano le curve davanti al niente, offre la percezione di una manifestazione sotto tono che non corrisponde al vero.
Il nuovo regolamento, una corsa più imprevedibile
Eppure è proprio la gara dei barchini ad aver dato quest’anno le maggiori soddisfazioni, con una competizione avvincente e imprevedibile come non si vedeva da tanti anni. Il merito va forse a quei dirigenti delle contrade (San Pietro in primis, subito seguita da San Michele) che si sono imposti per chiedere l’uniformazione dei mezzi, mettendo fine allo sviluppo ingegneristico sui barchini che aveva creato negli ultimi anni evidenti dislivelli. È stata una scelta complicata e sofferta, che lo scorso autunno sembrava sul punto di far saltare tutto. Alla fine, la decisione di San Bartolomeo e di San Martino di sedersi ad un tavolo per trovare un accordo, accettando di fatto di “regredire” sul piano tecnico, ha dato ragione alla bontà di quella scelta, rimettendo al centro la preparazione e la forza dei rematori, anche nell’interesse degli stessi barcaioli rossoblu e verdearancio. Una scelta che forse ha anche contribuito a “disinnescare” quelle rivalità esasperate che un anno fa avevano creato le premesse di un palio finito senza vincitori.
La vittoria dei giovani
I veri vincitori di questo 2016, invece, restano senza dubbio i ragazzi di San Bartolomeo, non solo per il fatto di aver tagliato per primi il traguardo, ma anche perché la vittoria è arrivata dopo un annata complicata, segnata dall’abbandono di molti storici dirigenti rossoblu rimasti quest’anno nelle retrovie. Una situazione complicata ma che probabilmente ha dato il via ad una svolta generazionale all’interno delle contrada. Nelle lacrime di gioia della neo presidente Benedetta Pertici, del resto, c’è forse tutta la garanzia del futuro rossoblu. Una questione che investe su livelli diversi un po’ tutte le contrade, chiamate proprio in questo momento a misurarsi con la capacità di lasciare le redini dall’associazione a quei ragazzi che in contrada ci sono praticamente cresciuti. L’esperienza innovativa dello Spring break party di fine aprile lascia ben sperare.
Giacomo Pelfer