



“Non esiste alcuna moschea nel centro giovani di San Romano. Semplicemente sono stati concessi degli spazi ad un’associazione per iniziative di socializzazione e conoscenza della cultura senegalese”. Il sindaco di Montopoli Giovanni Capecchi risponde così all’interpellanza presentata dal gruppo Progetto Insieme che, pochi giorni, fa aveva parlato di una “piccola moschea” nella struttura di via 25 Aprile a San Romano. “Illazioni – le definisce Capecchi – basate semplicemente sul sentito dire e sulla mancanza di conoscenza”.
La risposta del sindaco
“Crediamo che con interpellanza Progetto Insieme abbia mostrato tutti i suoi limiti – attacca il primo cittadino -. Anziché di svolgere, come minoranza, un ruolo di stimolo, di suggerimento ed anche di aiuto se necessario, oltre che di vigilanza nell’interesse della collettività, indugia in un protagonismo polemico che non giova a nessuno, con il solo scopo di mettere in cattiva luce e dileggiare l’operato della maggioranza, senza rendersi conto che un atteggiamento di critica chiuso, aprioristico e velenoso diventa stucchevole ed autoreferenziale anche per gli elettori della minoranza stessa”.
“Nel caso specifico – prosegue – si lanciano sospetti, si fanno illazioni semplicemente sul ‘sentito dire’, incrementando le paure e la diffidenza su un tema così delicato e così attuale quale l’immigrazione, col solo intento di screditare l’operato dell’amministrazione e il “brillante”
risultato di mettere in cattiva luce un gruppo di persone provenienti da un altro continente,
regolarmente costituite in associazione, che hanno la sola colpa di essere pervenuti in un paese dove
alcuni hanno una strana concezione dell’ospitalità, dell’accoglienza e dell’integrazione. Purtroppo simili posizioni sono state alimentate in questi ultimi anni e continuano ad essere alimentate da una cultura politica che è molto lontana da questa amministrazione. Noi siamo vicini a tutte le associazioni del territorio, compresa l’associazione in questione, che sono impegnate nel volontariato sociale e si adoperano per gettare le basi di una società dell’accoglienza ispirata ai principi della convivenza. C’è bisogno di tutte le forze migliori del nostro territorio, del mondo laico e di quello religioso, che si adoperino per difendere il tessuto di convivenza e di nuova cittadinanza che le nostre associazioni da tempo stanno cercando di creare”.
Capecchi, quindi, ricorda il ruolo e le finalità che hanno alimentato la nascita stessa del centro giovani di San Romano: “Il lavoro che svolge il centro giovani – dice – è centrale per le attività della nostra amministrazione sia sul piano educativo che sociale: il centro nasce per essere uno spazio aperto e vissuto dalle associazioni un luogo d’incontro e ricreativo. In data 6 ottobre 2014 il comune ha concesso all’associazione” La Ruzzola” la gestione della struttura denominata ‘Centro giovani’, nonché degli spazi attigui esterni e dell’area denominata ‘Bosco dei Frati’. In quell’occasione il comune e la predetta associazione hanno convenuto che la concessione dei locali avrebbe dovuto perseguire il raggiungimento, tra gli altri, dell’obiettivo di promuovere l’incontro fra i giovani di diversa età, genere, religione, nazionalità ed estrazione sociale con lo spirito di dialogo interculturale, solidarietà ed amicizia”.
Cosa fa l’associazione ospitata nel centro giovani
Nello specifico, il primo cittadino spiega quindi che l’associazione che ha avuto ospitalità nei locali non svolge alcuna attività di preghiera o proselitismo: “Proprio per tali finalità – riprende – l’associazione la Ruzzola ha concesso ad un’associazione, che ha sede nel comune di Montopoli, l’uso degli spazi per lo svolgimento di alcune iniziative di socializzazione rivolte ai cittadini comunitari e non per conoscere e far conoscere la cultura senegalese ed africana in generale: iniziative che si svolgono a cadenza settimanale o bisettimanale, ed nelle quali non è mai stata svolta alcuna funzione religiosa di nessun genere e men che meno riguardante la religione islamica. I locali in questione non sono e non saranno adibiti a “moschea”, anche in ossequio del principio di laicità delle istituzioni pubbliche: ciò posto si osserva che l’articolo 19 della Costituzione consente non solo la libertà di culto ma anche quella di esercizio in pubblico dello stesso. Ne deriva che in ogni caso il comune di Montopoli non potrebbe certo inibire l’eventuale divulgazione a scopo didattico di concetti e fondamenti della religione islamica. Per concludere vorrei osservare che sia i contenuti dell’interpellanza che le relative dichiarazioni rilasciate alla stampa dai consiglieri della lista civica “Progetto Insieme” sono frutto di un travisamento dei fatti e della non conoscenza degli atti che regolano l’uso dello spazio in questione”.
La replica del Pd: “Becero populismo”
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la posizione del Pd di Montopoli, che si definisce “quasi incredula di fronte all’atto compiuto dai consiglieri del gruppo Progetto Insieme che, oltre ad aver presentato un’interpellanza dai contenuti a dir poco irrispettosi della libertà d’espressione, hanno contribuito ad innescare una pericolosa spirale di diffidenza, tutta fondata sul presupposto che il diverso, lo straniero, sia necessariamente un nemico”.
“Questa interpellanza – ricorda il Pd – nasce dal fatto che non meglio precisati residenti si sarebbero rivolti ai tre consiglieri di minoranza per appurare la sussistenza di un’attività di culto e proselitismo nei locali del centro giovani di San Romano da parte di un gruppo di cittadini di religione islamica, che avrebbero addirittura eletto quello spazio a piccola moschea. Tutto questo è avvenuto perché un gruppo di cittadini di nazionalità senegalese aveva sentito l’esigenza di ritrovarsi assieme ai propri figli per tenere vivo il senso di appartenenza alla comunità d’origine. Il tutto in uno spazio gestito dall’associazione Arci “La Ruzzola”, che dà ospitalità a qualsiasi altro gruppo di persone ne faccia richiesta”.
Da qui l’accusa nei confronti di Porgetto Insieme: “Perché quanto hanno sostenuto non solo è falso – aggiungono dal Pd – ma pone alcuni dubbi sulla loro impermeabilità al razzismo, ed è offensivo per l’associazione che gestisce lo spazio e che, assieme ad altre associazioni del territorio, è da anni impegnata per gettare le basi di una società dell’accoglienza. Il centro giovani di San Romano svolge un lavoro prezioso per la nostra comunità, sul piano sia educativo che sociale, in uno spazio che nasce pensato per essere aperto e vissuto come un luogo d’incontro. Purtroppo questa vicenda dimostra ancora una volta quanto sia necessario non abbassare la guardia nei confronti della xenofobia. Non ci siamo ancora dimenticati la vergogna che provammo come montopolesi quando, la sera che furono condotti i richiedenti asilo dalla Tunisia, assistemmo alla loro scorta armata nei locali dell’ex-asilo ‘L’oasi’ di Capanne, attorniati dalle urla di una folla inferocita. Per questo c’è bisogno che tutte le forze migliori del nostro territorio, laiche e religiose, si adoperino: serve un nuovo umanesimo, che rimetta al centro della politica e della società l’uomo, senza distinzione di sesso, di razza, di estrazione sociale, orientamento sessuale, politico e religioso”.
E concludono: “Comprendiamo che fra i motivi del comportamento di Progetto Insieme ci sia anche l’immaturità politica di questa lista civica, creata con uno scopo e “a scadenza”, nonché pronta ad inseguire le paure della gente per ottenere un facile consenso, ma non capiamo come una militante di lungo corso del partito socialista, nonché attuale segretaria comunale di quel partito, non abbia saputo far prevalere la visione lungimirante e costruttiva della politica sul becero populismo”.