





Sono i colori rosazzurro a trionfare nel 36esimo Palio delle contrade di Fucecchio. Incontenibile la gioia dei contradaioli di Massarella per il trionfo conquistato in Buca nell’insolito ‘Palio del lunedì’. Un trionfo agognato, sognato da almeno un anno, da quando la rivale Torre, un anno fa, impedì al popolo di Massarella di disputare un palio che, anche allora, li vedeva partire col favore dei pronostici.
Pronostici mantenuti quelli di quest’anno, grazie al cavallo Matato che fin da subito era considerato tra i favoriti di quest’edizione insieme a Bernarda e Borgonovo. E Matato non ha deluso: insieme al fantino Giuseppe Zedde ha conquistato subito la testa della corsa, incalzato da Porta Bernarda con il cavallo Reo Confesso guidato da Dino Pes. Un vantaggio, tuttavia, mantenuto fino al termine dei tre giri, fino al traguardo che ha fatto esplodere l’urlo del popolo rosazzurro di Massarella. Alle loro spalle, nell’ordine, sono arrivati Bernarda, Sant’Andrea e Borgonovo, mentre non c’è ancora certezza sull’ordine delle altre quattro contrade. Immediata l’invasione di pista, con i contradaioli della frazione che hanno subito portato in trinfo il fantino Giuseppe Zedde e il cavallo Matato. Adesso la festa proseguirà fino a tarda notte nella sede di contrada.
Per Massarella si tratta della quinta vittoria della sua storia dopo ben 12 anni di astinenza: l’ultimo successo risaliva infatti al 2004, mentre le vittorie precedenti sono datate 1998, 2000 e 2003.
Va così in archivio un’edizione mai così sofferta, che anche oggi si era aperta nella stesso punto in cui si era chiusa ieri, con Cappiano intenzionata ad ostacolare in tutti i modi la partenza di Ferruzza, e quindi con l’impossibilità di mettere in linea i cavalli per farli partire. Grandi proteste da parte del pubblico, inferocito contro il mossiere Milone che più volte ha fatto uscire tutti i cavalli per procedere ad un nuovo allineamento.
Il racconto della domenica
Eppure quella di ieri sembrava una domenica perfetta, con gli spalti della Buca che si erano riempiti fin dal primo pomeriggio con migliaia di contradaioli. Un tripudio di entusiasmo sotto il sole di una domenica cocente, alla quale aveva voluto prendere parte anche il vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca, che aveva salutato il pubblico di Fucecchio dando il suo in bocca al lupo a cavalli e fantini. Alla vigilia delle corse, il mossiere Gennaro Milone aveva invitato tutti alla calma e al rispetto. Poi, come sappiamo, tra l’infortunio del cavallo della Raimonda e l’interminabile seconda batteria, si erano create tutte le condizioni per una finalissima destinata a non corrersi, almeno fino al tardo pomeriggio di lunedì.
Prima batteria: l’infortunio di Djib
Drammatiche le scene nella prima batteria, con l’infortunio del cavallo Djib della contrada Porta Raimonda, montato dal fantino Andrea Mari, caduto di botto al termine del secondo giro, con un tonfo agghiacciante che aveva messo i brividi alla Buca. Immediato l’intervento dei veterinari e delle forze dell’ordine, con i soccorsi circondati da un clima di tensione che aveva visto protagonisti gli stessi contradaioli gialloblu. Non è ancora chiaro cosa sia successo al povero Djib, ma è certo ormai che il cavallo non è più in pericolo e anzi potrà addirittura recuperare completamente le sue capacità, come dichiarato nella tarda mattinata di oggi dalla commissione medica veterinaria. Al momento dell’uscita dalla pista, sull’apposita ambulanza per cavalli, Djib era stato accompagnato dal lungo applauso di tutta la Buca.
Nella prima batteria Raimonda partiva subito con la rivale Bernarda, in un’inedita gara a 5 per la squalifica di Torre, insieme a San Pierino, Cappiano, Borgonovo. La corsa era stata interrotta al momento dell’infortunio di Porta Raimonda anche se gli altri cavalli avevano comunque terminato il percorso con il seguente ordine d’arrivo: Borgonovo, Bernarda, Cappiano e San Pierino, che quindi si erano qualificate automaticamente per la finale.
Seconda batteria
Decisamente tesa e nervosa, invece, la seconda batteria, a causa dell’irrequietezza di alcuni cavalli e della condotta della contrada Samo, richiamata per ben due volte dal mossiere Milone. Una situazione che aveva portato alla bellezza di ben sette false partenze, portando la gara intorno alle 19,15. Subito dopo il via, il cavallo Osval di Querciola aveva disarcionato il fantino Gianluca Fais, concludendo comunque la gara al terzo posto. Alla fine la classifica finale aveva visto qualificate, nell’ordine, le contrada di Sant’Andrea, Ferruzza, Querciola e Massarella, con l’eliminazione quindi di Samo e Botteghe. Grande nervosismo anche da parte del pubblico per una batteria dall’attesa interminabile, che aveva costretto a far slittare la finale oltre le 20. In base al regolamento, infatti, deve trascorrere almeno un’ora tra la conclusione della seconda batteria e la successiva finale. Proteste da parte dei contradaioli, convinti di arrivare alla finale svantaggiati rispetto alle contrade della prima batteria, i cui cavalli avevano avuto molto più tempo a disposizione per potersi riposare.
Il rinvio della finale
Le otto contrade della finalissima erano state chiamate in pista solo alle 20,15, con la necessità di accelerare il più possibile per non superare il limite del tramonto fissato alle 20,45. Fin da subito, invece, era apparsa chiaramente l’intenzione di Cappiano di ostacolare in tutti i modi la partenza della rivale Ferruzza, avvantaggiata dalla maggior disponibilità di tempo per far riposare il cavallo che aveva preso parte alla prima batteria. Numerosi i tentativi e i richiami di Milone. Alla fine, raggiunte le 20,53, il Cda del palio aveva dato solo 5 minuti a disposizione prima di dover ricorrere alla sospensione e al rinvio. Alle 21,05 la decisione: il buio rendeva ormai impossibile correre in sicurezza.
Testo e foto
Nilo Di Modica
Serena Di Paola
Si ringrazia Alessio Pacini per le immagini dello stacco e dell’arrivo
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