Botulino, indagini in pizzeria su prosciutto e sott’oli

20 maggio 2016 | 18:13
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Botulino, indagini in pizzeria su prosciutto e sott’oli

Gli investigatori dell’Asl sembrano aver ristretto il campo. Due gli indiziati principali sui quali si stanno concentrando le indagini: prosciutto cotto e prodotti sottolio, ritenuti potenzialmente responsabili dell’intossicazione da botulino avvenuta nella pizzeria di Castelfranco di Sotto (leggi qui Botulino, contagi avvenuti in pizzeria a Castelfranco).

Quattro le persone coinvolte che nella serata di venerdì 13 avrebbero consumato tutte un particolare gusto di pizza, probabilmente una ‘capricciosa’. Da qui le indagini dell’azienda sanitaria sugli ingredienti che potrebbero aver causato l’intossicazione. Un’indagine partita ieri mattina con un sopralluogo nella cucina e nel magazzino del locale, che ha portato subito dopo alla “sospensione immediata e totale” dell’attività, proprio per permettere l’esecuzione dell’indagine e delle relative analisi.
Ad annunciarlo è stato ieri sera il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti, riferendo sullo stato della situazione in apertura di consiglio comunale, sulla base di una relazione che la nuova Asl Toscana Centro ha inviato al primo cittadino, informandolo di quanto emerso nel sopralluogo all’interno della pizzeria.
Resta da capire, al momento, se la presenza di botulino in un particolare alimento sia da attribuire o meno ad una cattiva conservazione dello stesso. Quel che è certo è che il locale resterà chiuso per permettere tutte le indagini del caso. Un foglio affisso sulla saracinesca abbassata, di fronte a piazza XX Settembre, informa la clientela che la pizzeria è “chiusa per motivi familiari”.
Restano delicate, intanto, le condizioni del 59enne di Castelfranco ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Empoli, mentre continuano a migliorare le condizioni delle altre tre persone colpite: due coniugi 50enne e la figlia 25enne, anch’essi residenti a Castelfranco. Il figlio del 59 intossicato, intanto, informa che serviranno alcune settimane prima di avere risposte certe sul futuro del padre. Castelfranco, intanto, si sta stringendo attorno ai familiari dell’uomo, particolarmente conosciuti in paese e da sempre attivi nel tessuto associativo della cittadina (Il racconto dei familiari: “Sembrava una normale influenza”).

Giacomo Pelfer