
Una moschea, o meglio una piccola moschea, sarebbe nata a Montopoli nella frazione di San Romano, dove con cadenza regolare un gruppo di persone di cultura islamica si riunirebbe. Niente di male in un territorio che nel corso degli anni ha visto una forte immigrazione dai paesi di religione islamica.
La questione però ha cominciato a insospettire e incuriosire molti cittadini della frazione che risiedono in via XXV aprile a San Romano, dove si trova la struttura nel complesso degli ex ambulatori della frazione. In molti ne parlano da tempo, interrogandosi su cosa accada all’interno dell’edificio quando si riunisce il gruppo di stranieri che si sarebbero costituiti in un’associazione culturale ispirata ai principi della religione e della cultura islamica. Una questione che da un lato ha suscitato tra i cittadini molta curiosità, ma dall’altro anche preoccupazione perché nella struttura si svolgerebbero, secondo quanto i residenti hanno riferito agli esponenti della lista civica Progetto Insieme, iniziative di proselitismo religioso e tutte quelle attività legate alla cultura e alla religione islamica, tanto che in molti hanno già rinominato quell’edificio la ‘piccola moschea’, forse per distinguerla dall’edificio di Santa Croce sull’Arno riconosciuto da tutti come luogo di cultura e religione islamica.
L’argomento è particolarmente delicato e sentito e in molti si sarebbero già rivolti agli amministratori comunali e agli esponenti dell’opposizione per avere chiarimenti sull’associazione, ma ancor di più su ciò che viene fatto all’interno dell’edificio che è di proprietà del comune e che era nato anni fa come spazio destinato ai giovani. “In molti ci hanno segnalato questa situazione – dice Damiano Carli capogruppo di Progetto Insieme lista civica all’opposizione – chiedendoci di fare chiarezza e ottenere dagli amministratori delle risposte, visto che alla fine questo edificio è comunale. Siamo consapevoli della delicatezza dell’argomento, ma noi al momento non abbiamo avuto nessuna risposta ufficiale dal comune, nonostante si sia posta la questione anche in commissione. Ufficiosamente poi abbiamo saputo a mezza bocca dagli esponenti della maggioranza che nell’edificio si volgono varie attività legate al culto islamico. Ora vorremmo accedere agli atti che regolamentano la possibilità di questa associazione di riunirsi in questi luoghi e sapere con certezza se quello che ci riferiscono i cittadini è vero, cioè che qui si volgono attività di culto, proselitismo anche andando contro i principi della legge italiana, ad esempio professando comportamenti che apparentemente andrebbero con alcuni diktat del nostro diritto della nostra società, come ad esempio la parità di genere. A noi per ora non è stata fornita nessuna risposta ufficiale per questo abbiamo deciso di presentare un’interpellanza che sarà discussa nel prossimo consiglio comunale rivolta al sindaco Capecchi, all’assessore Linda Vanni, all’assessore Cristina Scali e al consigliere delegato Jonathan Rimicci”.
“La questione – continuano gli esponenti di Progetto Insieme – è delicata e come abbiamo riportato nell’interpellanza in premessa, in Italia la libertà di culto è sancita dalla costituzione e dalle leggi, ed è promossa la parità tra tutti i cittadini. Siamo però anche consapevoli che tutto questo è possibile per le confessioni religiose che abbiano sancito l’Intesa relativa con lo Stato italiano, tra queste però a nostro avviso non comparirebbe la religione islamica, nonostante rappresenti la seconda confessione in Italia. Partendo da questa considerazione per poi affrontare anche quella relativa all’edilizia e all’idoneità di quei locali in termini di sicurezza, vorremmo sapere come stanno le cose – concludono gli attivisti di Progetto Insieme – fermo restando che noi vogliamo favorire la libertà di culto per i cittadini di qualunque fede nel rispetto dei principi della costituzione e delle leggi italiane, ma pensiamo anche che a questo punto gli amministratori dovrebbe fare chiarezza e riferire al consiglio e ai cittadini”.
Dell’argomento quindi si dibatterà durante il prossimo consiglio comunale e a quel punto forse gli amministratori di Montopoli daranno risposte esaustive e consentiranno all’opposizione di accedere agli atti che regolano l’affidamento dei locali della piccola moschea.
Intanto, in attesa della risposta dell’amministrazione comunale, per capire dal punto di vista dei fedeli islamici quale sia la realtà di quella associazione abbiamo sentito l’Imam di Santa Croce sull’Arno Zakaria Abu, punto di riferimento nella zona del Cuoio per i fedeli di cultura e religione islamica che ci ha detto: “L’unico luogo a livello religioso dove si professa la religione islamica nel comprensorio è quello già noto a Santa Croce. A me a San Romano non risultano né gruppi né luoghi di culto temporanei, potrebbe esserci qualche attività legata a qualche iniziativa culturale specifica ma su questo non so dire niente”.
Gabriele Mori
Nilo Di Modica