
Più donne che uomini, tra 40 e 50 anni. Sono le persone che, in prevalenza, si rivolgono al consultorio familiare della diocesi di San Miniato Alberto Giani che aiuta le persone a elaborare il dolore, superare le difficoltà e riscoprire la ricchezza del proprio vissuto con la sua presenza di senso. Il 2016, per il Consultorio, entra nel suo quinto anno di attività: nel 2015 ha visto stabilizzarsi il numero delle richieste di consulenza, con anzi una flessione nel numero degli utenti che si sono presentati per la prima volta.
Stabili, invece, i casi di consulenze di coppia, dove entrambi i coniugi in crisi si coinvolgono in un percorso di aiuto, in particolare dove ci sono figli. “Il Consultorio – spiegano il presidente Sandro Spagli e la coordinatrice dell’equipe degli operatori Giusy Donadio – vuole favorire un approccio di aiuto più ‘sistemico’ e per questo continua a promuovere percorsi di genitorialità a cui partecipano i genitori che vivono delle difficoltà sul piano educativo”.
I Gruppi di parola (leggi qui Un Gruppo di parola per superare la separazione) sono tra le novità del 2015, esperienza originale, ancora poco conosciuta sul territorio, che può essere d’aiuto per le famiglie che vivono queste particolari situazioni di crisi e per questo merita di essere riproposta anche in futuro.
“Sono sempre di più i parroci che segnalano casi o che indirizzano persone in difficoltà al Consultorio – aggiungono gli operatori -, consapevoli che crescita umana e spirituale vanno sempre di pari passo. Altro segnale positivo è il fatto che la conoscenza del servizio avviene sempre più attraverso il passaparola e i contatti personali, ciò sta a indicare che chi si è rivolto ai servizi del Consultorio ha ottenuto in qualche modo un riscontro positivo. Importante è anche il lavoro che il Consultorio svolge con gli operatori: la complessità delle varie situazioni esige infatti che ci si prenda costantemente cura del ruolo e del servizio svolto dagli operatori volontari: acquisire una buona capacità di coordinare gli interventi, collaborare tra loro, integrare professionalità diverse per un servizio alla persona nell’unitarietà del suo essere psicofisico. In questo senso è stata veramente importante e positiva l’esperienza del primo convegno per operatori sul tema Il legame creativo nelle relazioni familiari e di aiuto che si è tenuto a fine settembre 2015 a San Miniato. Il Convegno si proponeva di approfondire e creare uno spazio di riflessione con professionisti della relazione d’aiuto, ma anche con educatori e genitori sul tema del legame nella relazione familiare e di aiuto, in un’ottica divulgativa e multidisciplinare, con particolare attenzione agli aspetti psicologici, antropologici, legali. Un’esperienza ampiamente riuscita che merita senz’altro di essere riproposta anche per gli anni futuri. Mettersi al servizio dell’unitarietà della persona è un viaggio audace: vuol dire riconciliare l’uomo con la vita e il senso di cui è portatore, sospendendo ogni forma di giudizio e facendo spazio all’accoglienza e alla comprensione dei vissuti che porta”.