
“Decisioni prese in autonomia, in modo arbitrario”, unite all’abitudine di fare propri, di fronte ai cittadini, i meriti di scelte amministrative “senza che vi fossero responsabilità dirette”. Sono questi i motivi con il quali il sindaco di San Miniato, Vittorio Gabbanini, ha motivato la scelta di revocare le deleghe all’ormai ex assessore Manola Guazzini. Il primo cittadino, intervenendo in apertura del consiglio comunale, ha spiegato le ragioni che hanno portato al “venir meno del rapporto di collaborazione” con l’assessore, precisando che la scelta non si configura come una bocciatura delle sue qualità professionali, e aggiungendo che non esistono altre ragioni di tipo politico o personalistico.
Di seguito, in corsivo, l’intervento completo di Vittorio Gabbanini in consiglio comunale:
La revoca dell’incarico non implica alcun genere di valutazione sulle qualità personali o professionali dell’assessore Guazzini. Qualità ben note e confermate. La revoca è finalizzata a mantenere quell’unità d’intenti nella prosecuzione del mandato amministrativo che purtroppo non c’era più.
Svariati e diversificati, nel corso di questi 22 mesi di lavoro, sono stati da parte mia i tentativi di conciliazione per ricomporre il rapporto fiduciario tra me e l’assessore, ma questo purtroppo non è stato sufficiente.
Come è ben noto, l’incarico di un assessore si configura come funzione a termine, il cui contenuto è fondamentalmente collaborativo con il sindaco. Il venir meno di questo legame di collaborazione autorizza il sindaco ad interrompere in qualsiasi momento tali relazioni con i membri all’interno della giunta.
Nel corso dei 22 mesi di collaborazione, è venuto meno il rapporto fiduciario con l’assessore, anche a seguito del mancato rispetto degli indirizzi che sono stati dati nel corso di varie riunioni della giunta, e a causa di un modus operandi non consono al sistema di lavoro condiviso e collaborativo messo in atto dalla mia amministrazione.
Sono state attribuite alla giunta decisioni collegiali in realtà prese dall’assessore in completa autonomia e con risposte negative alle richieste dei cittadini, mentre le richieste ad esito positivo venivano fatte proprie senza che ve ne fossero meriti o responsabilità diretti. Inoltre, sono venuto a conoscenza che molteplici decisioni di governo venivano puntualmente disattese dall’assessore, che in maniera arbitraria indirizzava il personale verso altre priorità non condivise dal sindaco e dalla giunta.
Sono convinto che il sindaco debba trovare nella giunta il suo punto di riferimento operativo, il suo nucleo decisionale attraverso il quale poter dare seguito al programma di mandato. Gli assessori devono incentrare il proprio lavoro nel perseguire gli obiettivi di un progetto la cui regia e copione appartengono al sindaco. Nello specifico, è venuto meno tra me e l’assessore Guazzini quel legame partecipativo e non politico che ha creato uno scollamento nell’unitarietà d’intenti e ha reso complesso e difficoltoso lo svolgimento dell’azione amministrativa.
Per questo motivo, e solo per questo, ho ritenuto importante, assumere questa decisione non semplice ma necessaria al fine di riequilibrare i pesi e assicurare la coesione nell’unità di governo della giunta. Sono ben consapevole che questa mia decisione non possa accontentare tutti, ma è stata da me assunta perché devo innanzitutto privilegiare, per motivi contingenti, nell’interesse della comunità, il meccanismo della stabilità di governo del mio comune e il consolidamento del rapporto fiduciario tra tutti i componenti della mia giunta.
Le finalità della mia decisione sono quindi legate al buon andamento dell’organo amministrativo, e non sono da attribuirsi a semplici disposizioni politiche o personalistiche. A testimonianza delle mie intenzioni c’è il decreto di revoca, che ho deciso di firmare solo dopo aver informato e condiviso il percorso con gli assessori, con i consiglieri di maggioranza e con il presidente del consiglio.