L’Aspirante a San Miniato, performance da una poesia

1 aprile 2016 | 09:28
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L’Aspirante a San Miniato, performance da una poesia

Una performance ispirata a una poesia. Sabato 2 aprile alle 18, la ospita il Centro Raccolta Arte di San Miniato, messa in scena dall’artista Giovanna Lacedra.

La sua performance dal titolo L’Aspirante è liberamente tratta dall’omonima poesia dell’autrice americana Sylvia Plath. Performer saranno la stessa Giovanna Lacedra e Roberto Milani, presidente dell’associazione.
Alle privatissime pagine dei suoi “Diari”, Sylvia Plath – poetessa americana del filone Confessional – confidava il timore di cadere nella trappola di una unione matrimoniale che, attraverso l’adempimento passivo ad un ruolo servile, avrebbe potuto costarle il caro prezzo delle proprie velleità, della propria identità e della propria dignità.
La performance L’Aspirante nasce da una riflessione sulla prevaricazione di genere – psicologica, intellettuale, economica, sessuale, fisica – usata sulle donne e subita da queste ultime, a tutt’oggi, in fragilissimo silenzio. È frutto di una reinterpretazione in chiave contemporanea della poesia scritta dalla Plath, subito dopo il fallimento del suo matrimonio con il poeta Ted Hughes.
Sylvia lo adorava ma si sentiva in qualche modo a lui inferiore. Senza Ted non riusciva a vivere, lo amava follemente e ne era soggiogata. Lui infedele, lei profondamente gelosa.
L’unica evasione fu la poesia. Fu tagliente poesia, in un getto inaspettato di versi e liriche. Quasi come se l’abbandono fosse stato una sorta di emancipazione.
Sentiva di essersi liberata da una violenza molto più sottile e affilata delle percosse. Una violenza intima, psicologica, emotiva e incessante. Quella di una quotidianità fatta di parole smarrite o acuminate. E in cui viveva una condizione di passiva sudditanza. Nonostante questo, l’11 febbraio 1963 Sylvia Plath si suicidò. Aveva appena trentun anni.
I versi della poesia da cui prende il nome questa performance raccontano di una donna funzionale all’uomo, una donna manichino, una donna comoda, che sa fare ciò che serve, che ha i requisiti per essere in quel ruolo che Sylvia aveva sempre temuto e del quale alla era diventata prigioniera. L’aspirante è una donna schiava di un sogno infranto, una donna tutta devota all’uomo, a lui funzionale, da lui dipendente, incastonata in un ruolo di sudditanza che la rende servile, nullificandola in pieno. Un evento eccezionale per la città di San Miniato e per l’associazione che, con questo ulteriore tassello, porta la vera arte contemporanea all’ombra della Rocca. L’ingresso è libero. (sdp)