
“Anni fa in ogni fondo di via Carducci c’era una bottega, gli alimentari erano 6, la Giovanna di Lello, Gaetano Tempestini, il Bottegone di Fernando Bandecchi, Anna di via Nuova e in piazza della Vittoria la Danilo. Poi tre macellerie, il Boschi, Manlio e il mitico Rossino, botteghe che vendevano il vino, Moschino, poi botteghe di tessuti e confezioni Ivo di Lello, Quartina con la Guelfa, Corrado e Marina, poi chi vendeva articoli vari come Leo, il Giuntoli, Ginetta, Rizieri, i tabacchi di Guelfo e di Baldovino, i bar della Dina, della Giuseppina, e del Fogli, frutta e verdura la Giovanna del Rosi e all’inizio di via Carducci c’era Celso, poi la farmacia, poi i filati di Maria di Benso e la Bruna del Fogli, le calzature dell’Averalda, le candele e affini da Imperia. Articoli in oro di Benso, le barbierie di Guido, Poldo e Guglielmo insieme a Nello di D’Oro e le parrucchiere da donna della Rita e di Brunino. Addirittura c’erano anche negozi ben forniti di elettrodomestici, il grande Lotto Lazzeri, il Cavalier Giulio Dini, Carlo Carli e Alberto Pupilli”. Così Alberto Fausto Vanni e Progetto Repubblicano per Santa Maria a Monte ricordano il commercio, ma parlando di mercato.
“Agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso – ricorda Vanni -, il mercato settimanale fu spostato dalla domenica mattina al giovedì, ci fu un’innovazione epocale che portò varie discussioni ma poi, pian piano, il giovedì venne un bel mercato, molto frequentato anche da cittadini di paesi limitrofi. Oggi, invece, il mercato settimanale del giovedì è ai minimi storici: le cause sono più di una, sicuramente al primo posto la mancanza di parcheggi, poi lo spopolamento del centro storico (restano circa 290 persone che ci abitano, mentre già trent’anni fa la popolazione del centro storico raggiungeva quota mille). Una delle ultime mattine abbiamo trascorso qualche ora al mercato e avvicinando venditori ambulanti la risposta è scontata: non incassiamo per coprire le spese”.
Secondo il Pri per Santa Maria a Monte, il mercato settimanale se affiancato da nuovi parcheggi, da iniziative enogastronomiche locali, da promozioni e nel periodo estivo da mercati in notturna con spettacoli musicali e culturali, “darebbe una svolta a questo paese che versa in uno stato preoccupante, i negozi sono rimasti cinque, le abitazioni hanno ormai dei prezzi da liquidazione totale per cessata attività”. Per questo il suggerimento “a chi è al timone di questo comune che si impegni a risolvere questo annoso problema, che viene da lontano. L’attuale sindaco è dal 1988 che ha incarichi importanti, quindi in gran parte responsabile del presente.