Sei sanminiatesi nell’inferno di Bruxelles – Video

22 marzo 2016 | 13:17
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Sei sanminiatesi nell’inferno di Bruxelles – Video

La voce di Fabio Panchetti arriva a strappi attraverso Facebook. Una voce dal cuore dell’inferno di Bruxelles. Poco più di 150 metri, in linea d’aria, dalla stazione della metro Maelbeek colpita dagli attentati di questa mattina. E’ qui che Panchetti e la compagna Barbara hanno aperto dal 2014 la loro “Osteria agricola toscana”: un piccolo pezzo di San Miniato nel cuore della capitale belga.

“Al momento siamo chiusi in osteria, non possiamo neanche aprire le finestre”, ci dice Panchetti appena Il Cuoio in Diretta riesce a contattarlo. Fuori dalle finestre, polizia e corpi speciali presidiano le strade, mentre gli unici rumori sono quelli delle sirene, in un clima assolutamente surreale per chi è abituato a vivere la quotidianità di Bruxelles.
Questa mattina, Fabio e Barbara sono stati testimoni diretti dei minuti concitati successivi all’attentato alla metropolitana. Momenti che Panchetti ha raccolto anche in un video.

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“Siamo usciti di casa intorno alle 9 – racconta Panchetti – per raggiungere a piedi l’osteria che si trova a circa 300 metri di distanza. Sentivamo le sirene ma eravamo convinti che fossero dovute all’attentato all’aeroporto. Ad un certo punto abbiamo visto un uomo steso a terra, ferito, con la testa completamente ricoperta di sangue. E’ stato un attimo: abbiamo alzato gli occhi verso uno degli ingressi di Maelbeek e ci siamo trovati di fronte una fiumana di gente che correva disperata nella nostra direzione. A quel punto siamo corsi in osteria e ci siamo chiusi dentro”.
Da allora Fabio e Barbara sono bloccati lì, con i telefoni cellulari fuori uso. “E’ probabile che li abbiano disattivati per paura di altri attentati – racconta -. Al momento sembra essersi placato anche il via vai delle sirene. Ora vediamo solo polizia e corpi speciali: abbiamo anche aperto la finestra per offrirgli un caffè ma ci hanno costretti a richiuderci dentro”.

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L’obiettivo degli attentatori, fa notare Panchetti, non è stato casuale, visto che una delle uscite della stazione si trova proprio al di sotto della Direzione generale dell’agricoltura, mentre a 500 metri si trova la Commissione europea, “dalla quale da stamani – dice Panchetti – continuiamo a veder passare convogli di polizia e auto blu”.
“In certi momenti ti senti inerme, disarmato”, prosegue Panchetti, la cui figlia Camilla questa mattina avrebbe dovuto andare alla stazione Maelbeek pochi minuti prima dell’attentato. “Aveva un colloquio all’università con l’amica Miranda ma non gli è suonata la sveglia. Se ci penso mi vengono i brividi”.
Nel locale di Panchetti lavorando in tutto 8 persone, tutte italiane, di cui 4 di origine sanminiatese.
Di questi minuti la conferma della Farnesina: tra i feriti ci sono anche italiani.

Giacomo Pelfer