
Sembra tutto pronto: i soldi finalmente ci sono, così come la disponibilità a far partire i lavori. Il cosiddetto ‘super-condominio’ dell’interporto di San Donato sembra ormai prossimo a farsi carico della manutenzione dell’area. Prima di cominciare, però, i proprietari vogliono conoscere qual è lo stato dell’arte delle opere di cui dovranno prendersi cura, per evitare che una manutenzione ordinaria si trasformi in straordinaria prima ancora d’iniziare.
Per questo il super-condominio ha fissato un incontro con l’amministrazione comunale di San Miniato per il prossimo martedì, 8 marzo, in modo da programmare subito dopo il calendario degli interventi necessari. La nascita del mega condominio, infatti, è stata voluta e sollecitata dalla stessa amministrazione per provare a mettere un po’ d’ordine nella martoriata area dell’interporto, quanto meno per limitarne il degrado. Così si è deciso di riunire i vari ‘condomini’ che compongono l’area in un unico soggetto, il ‘super-condominio’, chiamato a raccogliere da tutti gli ‘inquilini’ le somme necessarie per la manutenzione degli spazi comuni. Un’operazione tutt’altro che scontata, considerando che circa il 90% delle società presenti sono in liquidazione o in procedura consorsuale, come sottolinea lo stesso amministrazione del super condominio Massimiliano Sedoni.
“Siamo riusciti comunque a farci versare le risorse necessarie dalla maggior parte delle società – racconta Sedoni – e adesso siamo nelle condizioni di iniziare i lavori. Prima di farlo, però, a tutela delle società stesse, vogliamo capire dal comune qual è lo stato dell’arte delle opere sulle quali dobbiamo intervenire”.
A suo tempo, infatti, i lottizzanti dell’interporto cedettero al comune le varie opere di urbanizzazione realizzate, a cominciare da strade e fognature, pur assumendosi però l’obbligo di gestirne la manutenzione. Un impegno che non è stato mai portato avanti per le note difficoltà che hanno interessato i vari proprietari dell’area. “L’obiettivo adesso è capire quali sono i nostri obblighi di manutenzione – riprende Sedoni -. Nell’area, ad esempio, c’è un impianto di sollevamento che non ha mai funzionato, come ci sono casse d’espansione che devono essere raccordate e un rio da mettere in sicurezza. Si tratta quindi di capire chi farà determinate cose, dopodiché programmeremo gli interventi”. (g.p.)