
Esultano e sperano i piccoli comuni che da alcuni mesi attendono di sapere che fine faranno i loro più piccoli uffici postali e fra di loro ci sono anche San Miniato e Montopoli. Il Tar della Toscana ha infatti passato al vaglio il primo lotto dei ricorsi contro la chiusura e il ridimensionamento di oltre 59 uffici postali nella Regione.
Un piano messo in atto da Poste Italiane che ora vede un primo arresto dopo che i giudici del tribunale amministrativo hanno dato ragione al comune di Ciniagiano, in provincia di Grosseto. La violazione procedurale commessa dall’azienda, ovvero per la mancata convocazione del tavolo con i comuni, sarebbe alla base della decisione dei giudici. Infatti, secondo quanto si legge nel testo della sentenza, l’assenza di un tale confronto (previsto anche da una delibera Agcom) “oltre ad aver leso le garanzie partecipative della controparte, in questo caso un soggetto pubblico, ha arrecato un vulnus anche ai principi di imparzialità e buon andamento, dal momento che gli apporti di collaborazione e conoscenza del soggetto inciso dall’atto non possono che determinare l’arricchimento delle ragioni poste a fondamento del provvedimento finale”. Piccola battaglia che adesso fa ben sperare sul fronte più ampio della guerra, i cui prossimi capitoli si svolgeranno sempre al Tar di Firenze nelle udienze del 6 aprile e 18 maggio. E’ in queste date che saranno discussi anche i casi di Montopoli, che rischia una riduzione di ore presso l’ufficio di Capanne e la soppressione di quello a Marti, e San Miniato, da mesi sulle barricate in difesa di Corazzano. “Un segnale importante che va nella direzione giusta – commenta il sindaco di Montopoli Giovanni Capecchi – e che, dalle prime parziali informazioni che mi giungono, sembra in qualche modo punire Poste nel merito di un programma di tagli portato avanti senza cercare un tavolo con gli enti interessati”. Soddisfatto anche il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini, che dice: “abbiamo aperto una breccia, adesso speriamo che il resto segua di pari passo”.
In provincia di Pisa. Il tutto per fronteggiare un piano nazionale in base al quale nella provincia di Pisa sono a rischio chiusura gli uffici di Corazzano (San Miniato), Ghizzano di Peccioli, Legoli (Peccioli), Luciana (Fauglia), Marti (Montopoli Val d’Arno), Soiana (Terricciola), Treggiaia (Pontedera), Uliveto Teme, San Giovanni alla Vena (Vicopisano) e Castelmaggiore (Calci). E ad esultare oggi è anche l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. “Una vittoria per Cinigiano, per Anci Toscana e per tutti coloro che hanno sostenuto la battaglia contro il piano di chiusure indiscriminate di Poste – commenta in una nota il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni – Ora aspettiamo l’esito degli altri ricorsi, confidando nel fatto che Poste dovrà tenere aperti i 57 uffici postali, soprattutto nei piccoli centri, di cui era prevista la chiusura. Poste aveva annunciato che avrebbe aperto un confronto con i rappresentanti dei Comuni, noi eravamo pronti. Ma non lo ha mai fatto”.
“Siamo contenti della notizia – commenta l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli – e le motivazioni del tribunale lasciano sperare per le prossime sentenze. Come Regione abbiamo sostenuto le amministrazioni comunali, spesso piccole e non dotate di uffici legali, nel loro ricorso davanti al Tar. L’ufficio postale ha un valore sociale, è un presidio sul territorio. Come Regione abbiamo anche tenuto aperto un tavolo e un confronto con Poste, per trovare soluzioni capaci di mantenere in funzione gli sportelli. La sentenza apre ora una nuova fase, che ci fa ben sperare circa la permanenza degli uffici e rispetto alla quale ci approcceremo continuando ad esercitare la nostra massima attenzione”.
Nilo Di Modica