Addio al professor Pfanner, padre della Stella Maris

9 febbraio 2016 | 13:45
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Addio al professor Pfanner, padre della Stella Maris

Si terranno domani a Lucca i funerali del professor Pietro Pfanner, medico specialista in neuropsichiatria infantile, “padre” della fondazione Stella Maris di San Miniato. Un nome che ha accompagnato il mondo accademico e della ricerca nel campo del disagio neurologico dei bambini.

Nato a Lucca il 17 marzo del 1926, Pfanner si è spento ieri mattina all’età di 86 anni. Lucchese doc, discendente di una delle famiglie più blasonate della città, si era laureato in medicina a Roma nel 1955, per poi trasferirsi a Pisa dove ha svolto la sua carriera accademica alla clinica delle malattie nervose e mentali della locale università. Nel 1975 ha assunto la direzione della scuola di specializzazione nella disciplina di neuropsichiatria infantile, mentre dal 1984 è stato nominato anche direttore dell’istituto universitario di neuropsichiatria e psicopedagogia dell’età evolutiva.
Già nel 1958, tre anni dopo la laurea, Pfanner promosse la costituzione della Fondazione Stella Maris, istituto clinico extrauniversitario per disabili neuropsichici, divenuta la più grande struttura assistenziale italiana per la neuropsichiatria dell’età evolutiva. Nel ruolo di direttore della Fondazione, Pfanner ha guidato lo sviluppo della Stella Maris nelle sue strutture di Calambrone e San Miniato, divenute nel 1970 un Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico).
Numerosi i messaggi di cordoglio arrivati subito dopo la notizia della scomparsa. “Il professor Pfanner ha dato un contributo fondamentale alla nascita e allo sviluppo della Stella Maris – afferma il deputato questore Paolo Fontanelli, ex sindaco di Pisa -, rendendola una struttura all’avanguardia per la cura dei bambini. Un impegno in campo scientifico e sanitario che ha portato avanti con grande dedizione e che ha saputo trasformare in patrimonio collettivo”. “La Fondazione Stella Maris di Calambrone – aggiunge l’ex ministro Maria Chiara Carrozza – rappresenta un punto di riferimento di valore inestimabile per la cura dei bambini del nostro comprensorio e di tutta Italia. Ci legavano stima, amicizia e interesse per il profilo etico della medicina, e della tecnologia applicata al mondo della medicina”.
L’ultimo saluto al professore è fissato per domattina alle 10 nella basilica di San Frediano.

“Ho conosciuto Pietro Pfanner, nostro fondatore bemerito, negli ultimi anni della sua missione di Scienza e di Amore in Stella Maris – ha detto Giuliano Maffei, presidente della Fondazione Stella Maris -. Mi ha sempre colpito la sua capacità di saper rappresentare con grande intelligenza, entusiasmo e stupore ogni argomento scientifico, culturale, umano o spirituale. Con questo suo modo così elegante ed autorevole, faceva percepire a tutti l’importanza ed il senso delle cose. Un vero maestro carismatico che ha avuto il privilegio di poter donare a tanti bambini e famiglie provenienti da ogni parte d’Italia, una migliore qualità della vita e una speranza. Grazie Professore per ciò che ha fatto, sono contento di averla conosciuta. Continueremo la sua opera nelle strade che ci ha indicato con i valori che ci ha trasmesso”.

“Come tanti medici, psicologi, colleghi di altre professioni, studenti che volevano cambiare il futuro dei bambini affetti da disturbi del sistema nervoso – aggiunge Giovanni Cioni, ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Pisa e direttore scientifico Irccs Fondazione Stella Maris -, sono venuto a Pisa da un’altra città e da un’altra università, per studiare con Pfanner, all’Istituto Scientifico Stella Maris, da lui fondato più di 50 anni fa e fatto diventare il più grande ospedale per la neuropsichiatria infantile del nostro Paese. Sono stato poi tra quelli che ha avuto la fortuna di poter restare al suo fianco per tanti anni, apprezzando ogni giorno di più il suo rigore scientifico, il suo impegno sociale per l’uomo, i suoi continui riferimenti alla cultura, di cui era colmo grazie ai suoi studi e alla sua curiosità per la filosofia, la musica, la letteratura. Era capace di entusiasmarsi per le novità della ricerca e di entusiasmare i suoi allievi, ma anche di grande misura ed equilibrio. Le lezioni che ci lascia sono tante e grande la responsabilità di continuare nel suo nome il difficile compito della ricerca e della cura dei tanti bambini e adolescenti che giungono al nostro istituto”.

“Ho avuto la ventura di collaborare con Pfanner nella gestione della Fondazione Stella Maris nei miei primi cinque anni di incarico di direttore generale dell’Irccs, tra il 2003 e il 2008 – spiega Roberto Cutajar, direttore generale della Fondazione -. Era un momento un po’ difficile per l’Istituto non solo per alcune importanti difficoltà nel bilancio, ma anche perché la situazione richiedeva alcuni cambiamenti fondamentali nella strategia. Da una parte v’era la necessità di introdurre degli elementi di aziendalizzazione in un settore specialistico dove la relazione umana col bambino è una componente fondamentale dell’intervento, dall’altra occorreva rivisitare le intese con la Regione sulle attività di ricerca, assistenza e formazione, modernizzandone gli obiettivi strategici, guardando avanti almeno per i successivi 15 anni. In questa opera fu fondamentale per me la vicinanza di Pfanner. Il suo continuo richiamo a una visione ‘globale ed olistica’ del bambino, dove la puntuale conoscenza neurobiologica della mente infantile deve sempre coniugarsi con l’essenza unica della sua soggettività, è stata per me un faro luminoso anche nelle decisioni più meramente di tipo tecnico-gestionale. Questo vero e proprio amore per il bambino si attualizzava in ogni occasione della vita quotidiana nell’Istituto. La sintesi dei questo importante processo storico si concretizzò nel nuovo Protocollo d’intesa con la regione Toscana firmato nel 2005, momento di passaggio dopo i primi 50 anni della Fondazione, di cui il professore ebbe a incarnare la migliore sintesi di una tradizione valoriale forte con una visione fortemente anticipatoria del futuro. La soddisfazione che egli espresse per le nuove vie della Stella Maris che si disegnavano nel nuovo Protocollo d’Intesa, ci dette l’intima sicurezza che stavamo procedendo nella direzione giusta, quella della salvaguardia della salute psichica del bambino inteso come persona. Grazie professore per il suo sostegno umano e scientifico in quegli anni un po’ difficili. Personalmente, non la dimenticherò mai”.