Lo Shalom per il 2016, anno UE dello sviluppo dei popoli

6 febbraio 2016 | 15:22
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Lo Shalom per il 2016, anno UE dello sviluppo dei popoli

Il Movimento Shalom continua la sua instancabile opera per favorire la conoscenza delle attività di cooperazione fra popoli e coinvolgere più persone nei processi di giustizia universali. Quest’anno però il lavoro dei volontari trova ancor più motivazione dopo che l’Unione Europea ha proclamato il 2016 come ‘anno per lo sviluppo dei popoli’.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha definito una mappa per incentivare uno sviluppo universale e sostenibile. Un possibile avvio, insomma, per favorire tutte quelle iniziative che il Movimento Shalom sta già portando avanti da oltre 40 anni. Tra le prerogative restano quelle di voler cancellare la povertà, combattere la fame, garantire il diritto alla salute ed offrire un’educazione scolastica a tutti, nonostante il sopravvento di una cultura della paura che si manifesta con terrorismo e violenze. Paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo sono chiamati a raggiungere insieme gli stessi obiettivi. Purtroppo per i governanti corrotti anche la povertà può essere un’opportunità di profitto, recependo i fondi dalle comunità internazionali e dalle banche sovranazionali ed utilizzandoli per meglio armare i loro eserciti, per opprimere i loro popoli e per arricchirsi senza misura. Si rende necessario, quindi, impiantare “una filiera corta per la cooperazione” attraverso organizzazioni civili e religiose libere dalle pastoie burocratiche e politiche, oltre che elaborare progetti insieme alle popolazioni povere seguendo le loro necessità e i loro tempi. Dopo molti anni, infatti, si continua ancora a fare la conta degli affamati, ad oggi pari a 795 milioni di cui 160 milioni sono bambini. C’è un ampia letteratura sulla cooperazione fatta direttamente dalle strutture amministrative statali che ha come risultato ladrocini e fallimenti. Il Movimento Shalom ne sa qualcosa, ribadendo come non ci possa essere un futuro sicuro se non si sostiene urgentemente lo sviluppo dei paesi più poveri, debellando al contempo guerre e fenomeni migratori incontrollabili. Adesso che i governanti hanno capito che aiutare i paesi più poveri a svilupparsi serve anche a garantire la nostra prosperità e la nostra sicurezza, forse qualcosa può cambiare. “Per evitare sciacallaggi e intromissioni di matrice mafiosa – dicono da Shalom – chi approva i progetti, controlli pure le spese di gestione dell’ente e verifichi la realizzazione e l’utilità delle opere. Ogni soggetto cooperante inoltre renda pubblici e trasparenti i propri bilanci. È l’ora dei cittadini globali: sobri, pronti a condividere, premurosi per l’ambiente, onesti e solidali”.

(sdp)