Sant’Eurosia e don Marrucci tra foto e ricordi

31 gennaio 2016 | 15:32
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Sant’Eurosia e don Marrucci tra foto e ricordi

Don Marrucci è stato il filo conduttore della serata: il suo cammino di sacerdote e la sua figura di poeta, pubblicato da importanti case editrici, come Mondadori o Einaudi e Scheiwiller. Non poteva che essere così, d’altra parte, nella serata in cui veniva presentato Da Jaca a Corazzano. Il culto di Sant’Eurosia patrona delle campagne, il libro tra storia e leggenda di don Francesco Ricciarelli, edito da La conchiglia di Santiago.

In un circolo Cheli affollato, Andrea Mancini ha ricordato “l’intransigenza intellettuale di questo grande intellettuale” e ha iniziato a raccontare di questo volume su questa santa delle campagne, ma anche su quello che è stato il suo riscopritore, cioè don Luciano Marrucci, per tanti anni prete di Corazzano e Moriolo, dove la santa spagnola è ancora veneratissima. La serata, a cura di Luca Macchi e Andrea Mancini, faceva parte di questa nuova stagione samminiatese, che vede coinvolto lo storico spazio del circolo Cheli in importati attività culturali. C’erano editore e autore e c’era la professoressa Anna Padoa Rizzo, storica dell’arte dell’Università di Firenze, che ha raccontato con grande competenza, i culti e l’iconografia soprattutto delle sante delle nostre campagne, da santa Verdiana di Castelfiorentino alla betata Diana di Santa Maria a Monte, fino appunto a Sant’Eurosia. C’era anche Daniele Alaima, il fotografo che per molti anni ha seguito don Luciano nelle processioni che si sono tenute per le strade di Corazzano.
Le immagini che Alamia ha fatto vedere, in un efficace montaggio, hanno raccontato più di ogni parola la straordinaria intensità di un evento come questo. Le immagini, moltissime e sapientemente messe in fila, mostravano, con il loro bellissimo bianco e nero, tanto di più rispetto alle parole. Soprattutto le foto in cui si vedevano, come negli affreschi di Masaccio, i volti antichi degli anziani, ma anche quelle dei più giovani, dei bambini, e soprattutto quelle dei sacerdoti, in particolare di don Ricciarelli, di un sacerdote dalla pelle scura, con in mano la reliquia di sant’Eurosia, fino a quelle di don Marrucci.
“San Miniato – ha detto Mancini – con don Luciano ha perso una personalità tra le più importanti del Novecento, potremmo avvicinarlo solo al pittore che negli anni Cinquanta ha splendidamente affrescato le sale del circolo Cheli, sto naturalmente parlando di Dilvo Lotti. Si tratta di uomini e anche di donne, si pensi ad esempio a Giuseppina Gazzarrini, la moglie di Dilvo o alla professoressa Anna Matteoli, recentemente scomparse con cui San Miniato ha un debito di gratitudine che difficilmente riusciremo ad estinguere”.