
Non si è discusso, alla fine, il punto all’ordine del giorno relativo al futuro dello Chalet di San Miniato. Una decisione scaturita in commissione sulla base delle perplessità espresse dalle opposizione. Se da un lato, infatti, la necessità di migliorare e valorizzare il chiosco sembra mettere tutti d’accordo, dall’altro sono le modalità per riuscirci a dividere la posizioni.
La volontà dell’amministrazione era quella di trasferire lo Chalet dall’elenco dei cosiddetti beni “indisponibili” a quelli “disponibili”, con l’obiettivo di assegnare la struttura in affidamento non più sotto forma di concessione pubblica ma con gli strumenti del diritto privato. Il tutto nell’ottica di una concessione pluriennale a favore di un privato che si impegnasse, in cambio, a realizzare quegli investimenti di cui lo Chalet ha bisogno, a cominciare dalla realizzazione dei servizi igienici.
Un passaggio giuridico, tuttavia, quello da bene “indisponibile” a “disponibile”, ritenuto non necessario e quindi incomprensibile dalle opposizioni, “a meno che non ci sia l’intenzione di una vendita”, hanno fatto notare alcuni consiglieri.
“Non c’è alcuna intenzione di alienare la struttura – ribadisce l’assessore alle attività produttive Giacomo Gozzini -. Noi ritenevamo che il passaggio nel campo del diritto privato fosse una soluzione migliore in vista del futuro affidamento. Con il diritto privato si garantisce alla gestione dello Chalet piena libertà a livello commerciale, come è giusto che sia per un’attività di somministrazione di alimenti e bevande. Con l’affidamento dell’ostello, invece, per il quale procederemo con una concessione pubblica, dovremo in qualche modo “governare” la gestione di questa struttura, stabilendo anche un riferimento tariffario”.
Da qui la decisione di rinviare il punto per compiere i necessari approfondimenti, tenendo aperte entrambe le ipotesi. “Sulla volontà di riqualificare lo Chalet c’è la condivisione di buona parte del consiglio comunale – riprende Gozzini -. Non ci sembrava il caso, quindi, di andare subito in contrapposizione su un passaggio preliminare”. In un modo o nell’altro, comunque, rimane la volontà di affidare lo Chalet in concessione per un periodo più lungo in cambio di lavori. Periodo che Gozzini stima tra i 4 e i 6 anni. “In cambio il privato dovrà fare tutti gli interventi richiesti – dice l’assessore – ovviamente a scomputo del canone”.
Tra le forze di opposizione, però, c’è anche chi sottolinea la necessità di una strada più radicale. “La struttura così com’è è inadeguata e del tutto scollegata rispetto a ciò che la circonda – afferma Laura Cavallini di Immagina San Miniato -. Coma ho sostenuto più volte, ritengo sia più opportuno ricostruirla interamente, magari in un punto migliore e secondo le linee guida della Soprintendenza”. “In commissione, tuttavia, abbiamo semplicemente chiesto il perché del passaggio ai beni disponibili, ma su questo non abbiamo ottenuto risposta”. (g.p.)