
“Esprimo forte imbarazzo, anche a fronte di una recente riorganizzazione delle sedi e degli uffici dell’assemblea toscana”. Lo dice il presidente del consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani dopo l’elenco degli edifici da alienare stilato dalla giunta toscana, nel quale appare anche l’ospedale degli infermi di San Miniato (leggi qui L’ospedale degli Infermi, la Regione lo mette in vendita e Ospedale di San Miniato in vendita. Gabbanini telefona in Regione: “Hanno sbagliato”).
Una lettera aperta è lo strumento scelto dal samminiatese Giani. “Prendo atto – sostiene – che la giunta ha dichiarato la volontà di alienare una serie di immobili, tra cui anche alcune sedi del consiglio regionale, a partire da palazzo Bastogi in via Cavour 18. Le procedure relative alle alienazioni di beni immobili prevedono che il piano di vendita sia preventivamente inviato al consiglio, il quale, nel termine di 60 giorni, trasmette alla giunta osservazioni e proposte”.
“A oggi – precisa Giani – il consiglio non è stato assolutamente coinvolto. Esprimo, dunque, forte imbarazzo, anche a fronte di una recente riorganizzazione delle sedi e degli uffici dell’assemblea toscana. Tra queste sedi mi preme ricordare anche quelle degli organismi indipendenti come Corecom e Difensore civico che prima erano in affitto in immobili per i quali il consiglio si assumeva i costi e che, ad oggi, sono invece tutti collocati in spazi dello stesso consiglio, quindi, in luoghi che appartengono ai cittadini toscani”. Da qui la chiusa della lettera aperta del presidente Giani: “In questa materia occorre rispettare le procedure della legge che prevedono un serio confronto con il consiglio regionale. Non dimentichiamo che siamo in un momento nel quale il mercato immobiliare è particolarmente al ribasso e la fretta per vendere è cattiva consigliera. Sarebbe davvero paradossale arrivare a vendere palazzo Bastogi e poi rendersi conto che per ospitare Difensore civico, Corecom, Garante dei detenuti, Commissione Pari Opportunità, Autorità per la partecipazione, Aiccre, Cal, Copas e le diverse consulte dovessimo poi essere costretti a riprendere in affitto immobili”.