Marzano e i ‘gender’, a Castelfranco fanno il tutto esaurito

24 gennaio 2016 | 12:47
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Marzano e i ‘gender’, a Castelfranco fanno il tutto esaurito
Marzano e i ‘gender’, a Castelfranco fanno il tutto esaurito
Marzano e i ‘gender’, a Castelfranco fanno il tutto esaurito
Marzano e i ‘gender’, a Castelfranco fanno il tutto esaurito
Marzano e i ‘gender’, a Castelfranco fanno il tutto esaurito
Marzano e i ‘gender’, a Castelfranco fanno il tutto esaurito

Tutto esaurito, anche in galleria, per la serata di presentazione del libro Papà, mamma e gender, di Michela Marzano al Teatro della Compagnia di Castelfranco di Sotto.

Per circa due ora, la docente di filosofia, formatasi alla scuola Normale di Pisa e oggi insegnate a Parigi, oltre che deputata del Pd, ha tenuto alta l’attenzione della platea, oltre 150 persone, presentando il suo libro: una rapida ricognizione sulla questione della presunta teoria gender, del suo presunto insegnamento e del problema dell’accettazione dell’altro, per poi accennare molto rapidamente ad alcune delle questioni che introducono al disegno di legge Cirinnà, che approderà alla discussione parlamentare la prossima settimana.
Chi si aspettava di trovare una disquisizione teoretico-morale del problema o un’esaltazione dell’omosessualità, nella serata organizzata dall’amministrazione comunale di Castelfranco nell’ambito della Notte Rossa dell’Arci e curata anche dall’assessore Federico Grossi oltre che dall’assessore alla cultura Chiara Bonciolini, è rimasto deluso: l’incontro a cui ha partecipato sul palco anche la professoressa e scrittrice Laura Fantozzi del liceo scientifico Marconi di San Donato, alla fine ha interessato il pubblico ed è stata una carrellata di questioni che hanno travalicato anche il problema gender per arrivare a parlare di accettazione di sé e degli altri, di bullismo e di molto altro. Come hanno sottolineato il sindaco Gabriele Toti e l’assessore Chiara Bonciolini nella presentazione dell’evento e la consigliere regionale Alessandra Nardini, “Una serata di alto profilo culturale“. Per una volta, infatti, si è cercato di promuovere un dibattito e soprattutto di fare chiarezza su una questione, la teoria gender così come propagandata da una parte del mondo cattolico e liberale. Alla fine la conclusione è stata chiara: non esiste nessuna teoria gender così come hanno cercata di raccontarla, ma semmai esistono molti studi di genere dal punto di vista antropologico, culturale, sociologico e soprattutto non viene insegnata in nessuna scuola dello Stato italiano una teoria gender. Il ministero, come hanno spiegato Fantozzi e Marzano, ha solo inserito nella ‘Buona scuola’ poche righe, dove invita a promuovere una cultura dell’accettazione e a contrastare con l’educazione i fenomeni di bullismo e di intolleranza e non specificatamente riferito a persone di orientamenti sessuali diversi da quelli etero.

“Mi raccontano – ha detto Fantozzi, sollecitata dal giornalista Gabriele Mori del quotidiano online www.ilcuoioindiretta.it, moderatore della serata – le colleghe che genitori che non si sono mai preoccupati dell’educazione dei figli, iniziano ad arrivare a scuola chiedendo se è vero che a scuola gli insegna a diventare gay. Non esistono sollecitazioni da questo punto di vista. Io insegno inglese: gender per me vuol dire genere”.
Poi le riflessioni di Marzano che ha spiegato in merito al suo libro: “Gender. Forse scelta non felice metterlo nel titolo – ha spiegato Marzano – perché è subito diventato un libro gender. Volevo scherzare, ma dovevo dare retta a mio marito quando mi dice che non ho senso dello humor. La parola (anglofona ndr) gender esiste, ma vuol dire genere. La polemica nata in Francia, dove il matrimonio egualitario è diventata legge e la polemica si è spostata in Italia, con gli stessi materiali, movimenti e motivazioni. La teoria gender non esiste, perché ne esistono più di una. Dobbiamo interrogarci sul rapporto tra uomo e donna, tra etero e gay, sulle differenze tra uno e l’altro, poiché ognuno di noi è diverso da tutti gli altri, ma non c’è chi è superiore e chi inferiore. L’importante è la promozione dell’uguaglianza (ma non dell’identità ndr), valorizzando le differenze per esaltare l’unicità. Ho paura – ha continuato l’autrice di Papà, mamma e gender – che con tutte queste polemiche si torni indietro. In uno dei video contro i gender che ho visto si dice che vuole insegnare alle bambine che possono fare anche il camionista. E certo che possono, perché non dovrebbero? Ciascuno deve fare ciò che vuole e che si sente, senza sensi di colpa che derivano da ruoli preconcetti e assegnati da qualcun’altro”.
E’ stato affrontato anche il ruolo di una parte del mondo cattolico che ha contribuito, come spiega Marzano nel libro, a promuovere le credenze di una teoria gender inserita nei programmi ministeriali facendo della propaganda su ciò che non esiste.
Nella serata però è stato affrontato anche il tema della famiglia tanto che il sindaco Toti prima e Marzano poi hanno lanciato anche un appello: più famiglia. Per le coppie omosessuali, ma anche per le famiglia così dette normali, che fanno fatica a conciliare tempi di vita e di lavoro, specie in un mondo del lavoro sempre più atipico, che spesso manca e che contribuisce a sciogliere le famiglie o almeno a rendergli la vita più difficile. Un tema difficile da indagare, in vista dell’approvazione di una legge. Seguire il dibattito è più facile se si capisce.
Poi nel corso del dibattito sono emersi vari passaggi autobiografici della Marzano che ha raccontato elementi della sua vita familiare e personale proprio per introdurre alla riflessione sull’accettazione. Nel pomeriggio, a Pontedera, in platea c’era anche la mamma: donna cardine di una famiglia “tradizionale” e cattolica, con una figlia malata d’anoressia e un figlio gay. Alla fine molti gli interventi dalla platea che hanno animato il dibattito.