Centro Ricerca Padule, serve una nuova organizzazione

19 gennaio 2016 | 09:25
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Centro Ricerca Padule, serve una nuova organizzazione

“Il Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio nel corso degli anni ha avuto molti meriti nell’ambito della ricerca e della promozione della riserva naturale e nessuno vuole toglierglieli. Ma è anche necessario prendere coscienza che i tempi sono cambiati e che bisogna ripartire da nuove basi condivise sia per quanto riguarda la struttura organizzativa, con i suoi costi fissi, che per quanto riguarda gli obiettivi. Soltanto così potremo sperare di recuperare tutti quei soggetti, istituzionali e associativi, che ne sono usciti”.

Lo dice il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli riguardo al mantenimento in vita del Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio ricordando che il centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio è una onlus, come ce ne sono tante altre sul territorio e che, come recita il suo statuto, “intende perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale con lo scopo della tutela e valorizzazione della natura – ricorda Spinelli -. Lo dico perché leggendo alcune dichiarazioni si potrebbe pensare che qualcuno voglia chiudere una istituzione pubblica di vitale necessità. Mi sembra quindi che la questione abbia già avuto più attenzioni del dovuto perché una cosa è il Padule di Fucecchio, altra cosa è il Centro. Il Padule di Fucecchio è di tutti i cittadini: dai proprietari terrieri alle associazioni, agli enti pubblici. Se hanno abbandonato il centro enti come la Città Metropolitana di Firenze, la Provincia di Pistoia, i comuni di Altopascio, Buggiano, Lamporecchio, Larciano e Ponte Buggianese e le associazioni dei proprietari e quelle venatorie, forse qualcuno dovrebbe chiedersi perché sono usciti. Non sarà mica che non erano in sintonia con l’operato del Centro stesso? Lo dico perché ad andarsene è stata la maggioranza degli enti pubblici. Se vogliamo che tutti facciano la propria parte è necessario ripartire da nuove basi e da una nuova organizzazione dell’ente che dovrà tener conto anche di minori costi fissi proprio in considerazione delle minori entrate. E’ tempo di dedicarci alla sopravvivenza del Padule, ossia a curare quegli aspetti che fino ad oggi hanno avuto poca attenzione: penso al problema dell’interramento, a quello della flora e della fauna non autoctona e a quello dell’inquinamento. E magari sarebbe anche arrivato il momento di provare a trovare temi condivisi con le associazioni e i proprietari che quotidianamente vivono e curano il Padule”.