





“Era uno di quei sindaci che la mattina parcheggiavano dall’altra parte del paese, o giù, in San Michele. E prima di entrare in comune attraversavano le strade e la piazza, fermandosi, parlando con chi lo salutava, fermandosi nel bar del centro, discutendo e affrontando i cittadini”.
E’ questo è il tenore dei ricordi che questo pomeriggio, 8 gennaio, ha unito la folla accorsa al funerale di Angiolino Diomelli, compianto sindaco del comune. ‘Sindaco’, e non ‘ex-sindaco’. Perchè in paese e nella sua Montecalvoli uno come lui tutti ancora lo chiamavano così, pure nell’epoca della spoliticizzazione e dei primi cittadini i cui nomi si fanno facilmente dimenticare. Eppure nell’ultimo saluto a Diomelli è stata una piccola ma vasta comunità, politica e non, a fare da protagonista della giornata uggiosa. Una comunità commossa per un personaggio che ha segnato la storia del territorio “con quelle opere fondamentali, strutturali eppure poco visibili, delle quali si deve far carico chi governa senza badare alla popolarità” come lo ha voluto ricordare l’ex sindaco David Turini, ricordando le prime esperienze in politica ed i sui insegnamenti. Proprio ai «suoi ragazzi» che muovevano allora i primi passi nella tumultuosa Pisa degli anni ’70 governata dal Pci, con lui a far da dirigente e poi il sindaco, è spettato di celebrarne la memoria, in un consesso a cui erano presenti anche il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, il deputato Pd Paolo Fontanelli, le autorità del comune e molti amministratori del comprensorio di ieri e di oggi. Tutti con la loro prospettiva ma “uniti da quel che Angiolino ha saputo realizzare ed il cui risultato è qui oggi, tutto insieme” come ha avuto a dire Sergio Coppola, oggi presidente dell’Arci Zona Cuoio. “Un uomo conosciuto da avversario, nel ciclone della lotta politica” così lo ha rievocato la sindaca Ilaria Parrella. “Eppure sempre attivissimo, interessato, curioso. Esigente come lo poteva essere qualcuno che ben conosceva la macchina del comune. Anche dopo l’esperienza politica. Quando era iniziata per lui la stagione dell’attivismo nel sociale per gli anziani, nell’Auser. Rimanendo un punto di riferimento per tutta la comunità”. Il ricordo di una politica diversa, d’altri tempi. Quella che si respirava nelle sedi di partito gremite, nei corpi intermedi non ancora indeboliti dove si consumava il confronto, nel realismo concreto e proiettato sul futuro di quelle grandi infrastrutture che lo videro investire nella riqualificazione del centro, nella metanizzazione del comune, nella realizzazione della rete fognaria nella piana. Lavori per i quali ancora oggi Diomelli è ricordato, oltre che per l’impegno sul sociale che non aveva mai abbandonato con i guizzi anticipatori per cui era famoso, fin dai tempi in cui abbracciò l’impegno sindacale e politico che gli costarono anche il posto di operaio in Piaggio. “Un uomo realista e innovatore – lo ha definito Danilo Bonciolini, all’epoca segretario del Pci di Castelfranco Di Sotto – testimone di una politica che un tempo veniva fatta da operai come lui, da contadini come l’ex sindaco Calvaresi, da artigiani”. Ma anche un politico che “seppe capire prima di altri l’importanza strategica dell’ immissione di una coscienza ambientale nella politica del Pci”. E qui la memoria va alla storica marcia contro l’inquinamento da Santa Maria a Monte a Santa Croce sull’Arno del 1984, immortalata in una foto molto nota alla sinistra santamariammontese e ancora visibile sui muri delle sezioni di partito. “ ‘Produrre senza inquinare’ si leggeva nello striscione tenuto da Angiolino, dal sindaco Puccini di Santa Croce, da Luciano Nacci di San Miniato, Gottini, Cortopassi” ha ricordato sempre Bonciolini. “Un’epoca la cui memoria dobbiamo salvaguardare” ha continuato Turini “anche pensando a quei giovani che non hanno avuto l’occasione di imparare la politica da persone come lui”.
Nilo Di Modica